Compie ufficialmente 25 anni la saga di Harry Potter di Joanne K. Rowling. Partì in sordina, poi grazie soprattutto al ‘passa parola’ portò il Maghetto ai vertici delle classifiche editoriali.

La cronaca dice che la ristampa del libro “Harry Potter e la Pietra filosofale”, evento editoriale del 2001 e cinematografico del Natale di quell’anno, ha venduto oggi 500 milioni (!) di copie. Magia!

Rivendichiamo agli scacchi almeno una parte del merito: gli scacchi furono scelti infatti per illustrare la copertina e cinque pagine del capitolo ‘La botola’ furono dedicate alla descrizione della partita. Chissà se la Rowling sapeva davvero giocare o se si fece aiutare da qualche amico appassionato.

Comunque nel film, primo della serie di Harry Potter, la sequenza della partita a scacchi costituisce un momento importante, anche se a saper giocare non è Harry ma il suo amico Ron.

Ricordo cosa scrisse a suo tempo Natalia Aspesi: “nel film  che ripercorre il libro con estrema devozione”, una lunga sequenza è dedicata “alla partita degli scacchi giganti, in cui le pedine si fanno forti tra di loro”.

E allora sintetizziamo il momento dedicato agli scacchi.

“La camera accanto era talmente buia che non si distingueva niente. Ma mentre vi entravano fu improvvisamente invasa da una gran luce e la scena che si parò loro dinanzi fu stupefacente.

Si trovavano sull’orlo di una enorme scacchiera, dietro ai pezzi neri, tutti molto più alti di loro e scolpiti in quella che sembrava pietra. Di fronte a loro, all’estremità opposta del vasto locale, c’erano i pezzi bianchi.

Harry, Ron e Hermione ebbero un lieve brivido: i pezzi erano altissimi e privi di volto. “E adesso che cosa facciamo?” sussurrò Harry. “Ma è chiaro, no?” disse Ron. “Dobbiamo iniziare a giocare e via via attraversare la stanza fino ad arrivare dall’altra parte.”

Dietro ai pezzi bianchi si scorgeva un’altra porta.

“E come facciamo?” chiese nervosa Hermione.

“Penso” rispose Ron “che dovremo far finta di essere anche noi dei pezzi degli scacchi.”

Si diresse verso un Cavallo nero e tese la mano per toccarlo. D’un tratto la pietra di cui era fatto prese vita. Il Cavallo si mise a raspare a terra con la zampa e il Cavaliere chinò il capo coperto dall’elmo per guardare Ron. “Dobbiamo venire con voi per attraversare?” Il cavaliere nero annuì; Ron si rivolse ai suoi compagni.

“Ora bisogna pensarci bene” disse “credo che dovremo prendere il posto di tre pezzi neri.”

Harry e Hermione rimasero in silenzio, osservandolo mentre rifletteva. Alla fine Ron disse “Beh, non vi offendere, ma nessuno di voi due mi sembra molto bravo a scacchi…”

“Figurati se ci offendiamo” ribattè subito Harry “dicci soltanto che cosa dobbiamo fare.”

“Allora, Harry tu prendi il posto di quell’Alfiere e tu Hermione mettiti vicino a lui al posto di quella Torre.” “E tu?” “Io farò il Cavallo” disse Ron.

Sembrava che i pezzi degli scacchi li avessero sentiti perché a quelle parole una Torre, un Alfiere e un Cavallo dello schieramento nero voltarono le spalle ai pezzi bianchi e se ne andarono dalla scacchiera lasciando vuote tre caselle, che vennero occupate da Harry, Ron e Hermione.

“I Bianchi muovono sempre per primi a scacchi” fece Ron lanciando un’occhiata al lato opposto dell’enorme scacchiera. “E infatti, guardate…”

Un Pedone bianco era avanzato di due caselle. Ron cominciò a dirigere le mosse dei Neri, che si spostavano silenziosamente seguendo i suoi ordini. A Harry tremavano le gambe: e se avessero perso?

“Harry, muoviti diagonalmente di quattro caselle verso destra” disse Ron.

Il primo choc vero arrivò quando fu mangiato l’altro loro Cavallo: la Regina bianca lo sbatté a terra e lo trascinò via dalla scacchiera; rimase immobile, la faccia a terra.

“Ho dovuto lasciarglielo fare” disse Ron con aria sconvolta “così tu, Hermione, sarai libera di mangiare quell’Alfiere. Dai, muoviti …”

Ogni qualvolta perdevano un pezzo, i Bianchi si mostravano spietati. Ben presto i pezzi neri cominciarono ad allinearsi contro il muro, inerti come pupazzi. Per due volte Ron si accorse appena in tempo che Harry e Hermione erano in pericolo. Frattanto saltava da una parte all’altra della scacchiera, mangiando tanti pezzi bianchi quanti erano i pezzi neri che avevano perso.

“Ci siamo quasi” borbottò ad un tratto “fatemi pensare … fatemi pensare…”

La Regina bianca volse verso di lui la testa senza volto. “Sì” disse piano Ron “è l’unico modo … devo lasciarmi mangiare …”  “No!” esclamarono Harry e Hermione. “Ma a scacchi è così” tagliò corto Ron “Bisogna pure sacrificare qualche cosa. Ora farò un passo in avanti e lei mi mangerà … così voi sarete liberi di dare scacco matto al Re bianco. Pronti?” gridò Ron, pallido ma con aria decisa “io vado.”

E così dicendo fece un passo avanti e la Regina bianca lo colpì: gli diede una forte botta in testa con il braccio di pietra e il ragazzo cadde a terra di schianto; la Regina lo trascinò da una parte: Ron sembrava proprio ko. Hermione si lasciò sfuggire un grido, ma rimase ferma nella sua casella. Harry, tutto tremante, si spostò di tre caselle a sinistra. A quel punto il Re bianco si tolse la corona dalla testa e la gettò ai piedi di Harry. I Neri avevano vinto!

I pezzi si divisero in due gruppi e ciascun gruppo si inchinò all’altro, lasciando intravedere la porta aperta in fondo alla stanza. Harry e Hermione spiccarono la corsa e varcarono la porta …”

Adolivio Capece

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Redazione
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