Stiamo tutti facendo una grande, bellissima, indigestione di Tour de France… italiano. È vero. È  l’evento del secolo e non solo per noi appassionati di ciclismo, made in Italy. Il Tour è il Tour. Ed è il Tour che parte dall’Italia. Mai accaduto. Fra l’altro, a quanto pare – da fonti tecniche bene informate – è un Tour de France che parte in Italia con la collaborazione e complicità assoluta di chi organizza il Giro d’Italia e soprattutto dei Comuni e delle Regioni che sono coinvolti.

Quel senso di ebbrezza del Tour de France made in Italy non deve annebbiare la vista di chi ama il Giro d’Italia. L’altra grande corsa a tappe. Giro e Tour, Tour e Giro. Per qualcuno è un po’ come dire Coppi e Bartali, Bartali e Coppi. C’è anche la Vuelta, certo, ed è una magnifica corsa a tappe, sempre più appassionante, ma se guardiamo alla storia e al fascino delle corse a tappe, non c’è gara. Anche se le classifiche tecniche di gradimento (e di partecipazione) dicono ormai da anni che la Vuelta è interessante come e forse anche più del Giro.

Noi che vediamo rosa. Adesso più che mai. Perché, nonostante la sbornia di cui sopra, che continuerà fino al 29 giugno, data in cui inizierà l’edizione 111 della Grande Boucle, fra pochi giorni – il 4 maggio – inizia il Giro d’Italia, che è un Amore Infinito come dice il nome del suo Trofeo, simbolo della corsa a tappe italiana. La più dura corsa a tappe del mondo. Così dicono. Sembra che sarà un affare per 6 velocisti uno più uno meno, se le cose non si metteranno diversamente, perché, si sa che il ciclismo, per quanto ragionato a tavolino, non è mai il risultato di una scienza esatta, ché in campo c’è sempre (ed è quello che speriamo) la fantasia e il cuore, a rendere meno scontato un risultato che i tattici non possano prevedere.

Adesso il Giro che siamo di maggio

E per le altre tappe? Capiremo meglio strada facendo: i giochi di squadra, la forma dei leader, quella degli imprevisti e delle possibilità. Chi si prenderà i punti e le maglie colorate e chi starà fermo per un turno… Un Monopoly a due ruote, meraviglioso, che attraversa l’Italia con un tracciato, per questa edizione 2024, un po’ sconclusionato, ma bello, cioè poco lineare, da Nord a Sud a Nord a … Roma!  Un percorso che la fa guardare, la nostra bellissima Italia, ancora e per tutto il mese di maggio dall’alto della sua mediaticità e popolarità, di un evento che si vive senza pagare il biglietto, che accumula di anno in anno fedeli e nuovi fedeli, tutti alla corte del Grande Ciclismo, sempre più internazionale, sempre più straniero. Che passa sulla strada ed è già via quando si fa il tifo e si saluta il fuggitivo, gli inseguitori, il gruppo, il gruppetto, l’ambulanza, la fine corsa, la scopa… E tutte quelle ammiraglie colorate che sono “la ciccia” del seguito e della Carovana. Che gira. Fra pochi giorni, come un rito che si rinnova. Col Giro d’Italia.

Sport24h lo seguirà questo Giro d’Italia e lo farà con la fantasia della fuga. Fughe annunciate e fughe sorprendenti. Nella storia, nel presente, nella musica del Giro. Che sarà sì la corsa a tappe più dura del mondo, ma soprattutto è la più bella Corsa a Tappe che si possa sognare: da corridore, da direttore sportivo, da meccanico, da massaggiatore, da giornalista e da fotografo, persino da … spettatore e ascoltatore. Il Giro è la nostra vita. Che corre ogni anno di maggio. Ed è una magia di emozioni che si rinnovano. Che vanno così. In bicicletta.

Prossimo episodio: giovedì, da Torino. Dove inizia tutto. Dove parte un nuovo racconto.

Le tappe. Sabato scatta il Giro d’Italia da Venaria Reale. Sarà di 21 tappe il racconto della Corsa Rosa. Il 107° Giro d’italia, scatta sabato con la Venaria Reale-Torino e si concluderà a Roma domenica 26 maggio dopo 21 tappe e 2 giorni di riposo: 3400 km, 44.650 metri di dislivello. Con due crono Foligno-Perugia (10/5: 40,6 km) e Castiglione delle Stiviere-Desenzano (18/5: 31,2 km). Sei sono  gli arrivi in salita: Oropa, Prati di Tivo, Cusano Mutri, Livigno, Mottolino, Santa Cristina, Valgardena e Passo Brocon.

La frase. Ed ora correte, correte, correte: tutta l’Italia vuole vedervi, ammirarvi. Tutti sentono il bisogno di applaudirvi. il vostro bel gesto di aver saputo osare segna l’inizio di una vittoria… – Gazzetta dello Sport, editoriale del 12 maggio 1909, vigilia della partenza del primo Giro d’Italia.

Adesso il Giro che siamo di maggio

Informazioni indispensabili: il percorso qui ; le squadre qui ; l’albo d’Oro qui

Girostory: i decenni della Corsa Rosa

Di Giro in Giro. La Corsa Rosa di dieci in dieci. Ripercorriamola anche così…

1914 da Milano a Milano km 3162, media 23,374 km h, formula a squadre, primo Alfonso Calzolari (Stucchi). Curiosità: la Bari – L’Aquila fu vinta da Lucotti. Due tappe Azzini e due tappe Albini. Vincitori di tappa italiani, oltre a Calzolari (nella Cuneo Lucca) anche Gremo e Girardengo. Partitini in 81, arrivati in 8.

1924  da Milano a Milano km 3095,500, media 25,856 km h, vinse Giovanni Brunero (Legnano). Curiosità partiti in 75 arrivati in 15. Doppiette di Belloni, Aymo, Brunero.

1934 da Milano a Milano km 3706,200, media 30,548 km h, vinse Learco Guerra (Maino). La locomotiva umana vinse 10 tappe delle 17. Bis di Olmo nel finale.

1944 non si gira. C’è la Guerra. Il Giro dopo l’edizione del 1940, vittoria di Fausto Coppi, si fermerà fino all’edizione del 1946.

1954 da Palermo a Milano km 4337, media 33,563 km h, vinse Carlo Clerici (Guerra, Svi). Poker di Van Steenbergen. Fausto Coppi primo nella classifica del GPM.

1964 da Bolzano a Milano km 4119,400, media 33,740 km h, vinse Jacques Anquetil (Saint Raphael, Fra). Poker di “cuore matto” Bitossi,  doppietta di Adorni. La Torino-Biella fu vinta da Motta.

1974 da Città del Vaticano a Milano km 3929, media 35,372 km h. Vinse Eddy Merckx (Molteni, Bel). Il Cannibale. Per il terzo anno consecutivo Fuente si aggiudica la classifica del GPM.

1984 da Lucca a Verona km 3808, media 38,622 km h. Vinse Francesco Moser (Gis Gelati) battendo per 1 minuto 03” Laurent Fignon. Moser si aggiudicò il successo con la tappa a cronometro conclusiva da Soave a Verona.

1994 da Bologna a Milano km 3721, media 37,150 km h. Vinse Evgeni Berzin (Gewiss Ballan, Rus), secondo Marco Pantani, terzo Miguel Indurain. Tris di tappe per Svorada. Il migliore del GPM Richard.

2004 da Genova a Milano km 3413,9, media 38,610 km h. Vinse Damiano Cunego (Saeco, Ita). Doveva essere il Giro di Gibo Simoni, è diventato il Giro di Damiano Cunego, stessa squadra, stessa regia: un Giro conquistato alla fine con la sua fuga sul traguardo di Falzes.

2014 da Belfast a Trieste km 3475,5, media 39,386 km h. Vinse Nairo Quintana (Movistar). Il Giro arriva in Friuli Venezia Giulia, a Trieste in occasione del 60° anniversario dell’annessione del capoluogo all’Italia. È la 97a edizione della Corsa Rosa. 

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Luciana Rota
Cresciuta alla scuola del giornalismo della gavetta, quella dei Rota nello sport, con papà Franco (firma de La Notte) e con zio Nino (firma de La Gazzetta dello Sport) è contributor di diverse testate e scrive soprattutto di sport di endurance, turismo attivo, vino, salute e anche di benessere. Ha maturato una lunga esperienza nel mondo dello sport olimpico, anche come consulente di alcune Federazioni (Federciclismo, Federazione Italiana Sport Equestri), ma ha seguito anche Pugilato, Sci Nautico, Triathlon e Scherma. Ama tutto il mondo dello sport all’aria aperta e la cultura della fatica, anche quella che ci porta a guardare con rispetto alla montagna. Ha una vera passione per la storia dello sport e del ciclismo in particolare.

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