La Valtellina da tempo sta costruendo la propria offerta turistica attorno alla bicicletta. Il sistema ciclo-viario ruota attorno al Sentiero Valtellina, una ciclabile che collega Colico a Bormio, itinerario prevalentemente pianeggiante di un centinaio di chilometri. Da Colico parte anche la Ciclabile Valchiavenna, che copre la parte nord della Valtellina.
Accanto a quella che potremmo definire la dorsale principale del sistema, però, fioriscono altre ciclabili e percorsi per gravel e mtb, in grado di accompagnare il viaggiatore fino ai 2000 metri dei passi al confine con la Svizzera.
In questa estate calda e afosa abbiamo ascoltato, come sirene di Ulisse, il richiamo della Valchiavenna e nello spazio di pochi giorni siamo arrivati in questo spicchio di Italia che ci ha colpito, fin da subito, per gusto e disponibilità delle persone.
Di seguito, a puntate, alcune delle esperienze più belle realizzate.
UN PO’ DI GEOGRAFIA – La Valchiavenna è attraversata dal torrente Liro e dal fiume Mera, nell’estremo nord della regione Lombardia, e compone insieme alla Valtellina e alla Val di Livigno, la provincia di Sondrio.
La forma della regione si può paragonare a una Y, divisibile in tre valli che convergono nel paese di Chiavenna: la Valchiavenna propriamente detta, la Valle Spluga e la Val Bregaglia (divisa in 1/3 circa in territorio italiano e 2/3 terzi in territorio svizzero).

LA CICLABILE VALCHIAVENNA
La ciclabile Valchiavenna è il percorso di fondovalle che parte da Colico (estrema propaggine a nord del Lago di Como) e arriva fino al confine con la Svizzera (Val Bregaglia). Lungo i 40 km di percorso si risale la valle raggiungendo Chiavenna, l’antico borgo di Piuro con i suoi scavi archeologici, le cascate dell’Acquafraggia e il suggestivo Palazzo Vertemate Franchi.
Noi l’abbiamo percorsa, con una gravel, da Chiavenna a Colico e ritorno, in una giornata contrassegnata da tempo instabile e, nella parte finale, da vento e pioggia.
Se vi piace pedalare tra coltivazioni di granturco, sulle rive di un fiume o di un lago, attraversando piccole oasi naturalistiche, su un fondo regolare e ben curato, senza essere disturbati da auto o moto, scorgendo in ogni curva paesaggi da cartolina, allora la ciclabile è sicuramente per voi.
Seguire il percorso, da Chiavenna, è abbastanza facile. Si parte dal campo sportivo, riva destra del fiume che attraversa il centro abitato. Vi è anche una variante che si mantiene sulla sinistra e che passa dietro la stazione. In entrambi i casi per circa 3 chilometri pedaliamo in leggera discesa. Se scendiamo lato Prata, attraversiamo una zona di case immerse nel verde (loc. Berzo, e il suo affascinante borgo storico). Se invece restiamo lato San Vittore, si costeggia il fiume e la zona industriale.
All’altezza di Gordona, dopo il passaggio del ponte, i due itinerari si ricongiungono e ci attendono circa 10 chilometri su una strada asfalta ad uso esclusivo delle bici. Due grandi rettilinei ci accompagnano attraverso campi di granturco, piccoli centri abitati, campi arati di fresco. E’ una piacevole passeggiata, completamente pianeggiante, fino a Giumello, il centro che ci annuncia di essere arrivati al Lago di Mezzola.
Questo è posto a settentrione del lago di Como, dal quale è separato dall’ultimo corso del fiume Mera che scorre nel lembo occidentale del Pian di Spagna, ultimo pianoro della Valtellina formatosi dai sedimenti dell’Adda e del Mera stesso.
La ciclabile lambisce il lato destro del Mera e ci fermiamo per una sosta nella località più a nord, nel lido di Novate Mezzola. Poco oltre ci addentriamo all’interno della Riserva Naturale Pian di Spagna, luogo di particolare interesse per le specie, soprattutto di uccelli, che ci vivono. Sembra di pedalare persi nel tempo e nello spazio, per l’assoluta mancanza di riferimenti temporali.
La Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola è caratterizzata da vari ambienti: laghi, fiumi, torrenti, canali colatori, canaletti, stagni e pozzanghere, spiagge, aree urbane, zone coltivate attivamente o poco coltivate e in ognuno di questi ambienti si possono osservare degli uccelli di specie spesso molto diverse.
Lasciamo i Pian di Spagna per affrontare l’ultimo tratto della ciclabile e arrivare a Colico. Qui la segnaletica si fa un po’ meno precisa. Siamo al passaggio tra la provincia di Sondrio e quella di Como e in qualche modo si percepisce. Per non sbagliare, in località Dubino, dopo aver pedalato per lungo tratto da nord a sud con la ferrovia sulla sinistra, si deve passare il passaggio a livello sulla sinistra e poi piegare a destra e percorrere, per circa 2 chilometri, la strada statale 36, fino al ponte di ferro sull’Adda. Qui si incontra il Sentiero Valtellina, che viene da Bormio, e che porta, lungo la riva del fiume, fino a Colico.
COLICO – Colico, ci appare una piccola Bellagio: elegante e chic come quasi tutti i centri che si affacciano sul Lago di Como. Ci fermiamo giusto il tempo di un ristoro in uno dei bar del centro, affacciati sul Lago. Non dedichiamo molto tempo a visitarla, il tempo volge al peggio e vogliamo tornare prima di prendere l’acqua (impresa alla fine rivelatasi vana). Torniamo, qualche giorno dopo, qui per visitare l’Abbazia di Piona, pochi chilometri a sud del paese. Uno dei rari esempi di romanico lombardo che nella sua assoluta semplicità regala momenti di silenzio e meditazione. Una meta ideale per un viandante in bicicletta.

CHIAVENNA – Radiosa e spiritosa (poi dirò perché), si allunga, come l’omonima valle, verso il passo della Spluga e il passo del Maloggia. Caratterizzata da un centro storico elegante e ben tenuto (ma non per questo asettico) che si snoda lungo il fiume, ci ha colpito per l’apertura e simpatia degli abitanti. Una caratteristica non facile da trovare in centri di montagna e che probabilmente è dovuta alla particolare collocazione ‘di passaggio’ di questi luoghi sin dall’antichità. Pedalando e parlando con le persone del posto ho avuto la netta sensazione che, prima o poi, tutto il mondo sia passato da queste parti, contribuendo alla crescita economica e alla capacità di ascoltare e raccontare delle persone.
Impossibile non passare, almeno una volta, per i crotti, forse la caratteristica principale di tutta la Valchiavenna. “Fino a pochi anni fa – ci racconta Roberto, artigiano di Piuro – i crotti erano il luogo di socializzazione per eccellenza. Si invitavano amici e si concludevano affari, con una stretta di mano che valeva più di un atto notarile. Poi, pian piano, ci si è resi conto che questi luoghi (grotte dalle quali fuoriesce un vento freddo, il Sorèl, di 8° che mantiene la temperatura costante sia d’estate che di inverno) potevano rappresentare un’attrazione turistica. Da qui i numerosi ristoranti, pub e osterie che somministrano, sempre, i prodotti conservati da loro.”
Ci siamo fermati spesso a mangiare presso alcuni di questi. La cucina è tipica e non baciata da grande fantasia ma, soprattutto quando fa freddo, i pizzoccheri o la polenta taragna sono da provare, oltre logicamente alla bresaola e ai formaggi.
E a proposito di crotti, non posso non ricordare crotto Belvedere, nel tratto di ciclabile che da Chiavenna porta a Piuro. Si tratta di una vera e propria osteria per i cicloviaggiatori, essendo adagiato sulle rive del fiume e sui due lati della ciclabile. Ottimi i pizzoccheri e prezzi veramente contenuti.
Piuro meriterebbe molto più di un post. Sembra, a sentir raccontare le storie dei simpatici abitanti, che questo centro in qualche modo abbia rappresentato il cuore pulsante della nascente borghesia commerciante e imprenditoriale alla fine del 1400. Insomma mentre Colombo scopriva l’America e nascevano i grandi regni di Francia e Spagna, qui a Piuro un gruppo di artigiani poi diventati commercianti e banchieri finanziava guerre e conquiste, dalla battaglia di Lepanto alla rivoluzione francese. Palazzo Vertemate è una scoperta, non solo per i ben conservati affreschi e la ricca dotazione di quadri e arredi, ma anche per la spumeggiante visita guidata, piena di aneddoti e curiosità. Ma su questo ci torneremo quando racconterò la storia dell’uomo che sussurra alle pietre.
(continua)
Per info sulla ciclabile e le opportunità della Valchiavenna