Le semifinali della Coppa del Mondo rugby alla fine non hanno regalato sorprese. Ma se Argentina Nuova Zelanda è volata via su un copione ampiamente previsto, non poche sorprese ha regalato Inghilterra Sud Africa.

Argentina Nuova Zelanda 6 a 44

Una partita che ha poca storia, se non i 10′ iniziali durante i quali i Pumas hanno provato a contenere la marea tutta nera. Passa addirittura in vantaggio con una punizione che forse illude possa realizzarsi l’impresa. Il divario tra le due formazioni, anche in virtù di quanto fatto vedere nei giorni precedenti nella stessa Coppa del Mondo, è chilometrico. Gli All Blacks aprono le danze all’11° di gioco con Will Jordan, che poi alla fine nel farà tre (11′, 62′, 73′), prosegue con Jordie Barrett (16′), chiude il primo apre il secondo con Shannon Frizell (42′, 49′) e Aaron Smith (42′). Due mete nello stesso minuto (il 42°) segnano la definitiva resa e soprattutto sanciscono la differenza netta tra le due formazioni.

Coppa del Mondo rugby, Sud Africa a fatica raggiunge la Nuova Zelanda in finale

Inghilterra Sud Africa 15 a 16

Completamente di tutt’altro tenore la partita tra due ex vincitrici di Coppa del Mondo, finaliste la scorsa edizione: un classico se vogliamo adottare il metro di valutazione che Gianni Brera utilizzava per i match di calcio (ovvero li definiva tali quando si affrontavano due formazioni già vincitrici del torneo in corso).

L’Inghilterra, che ai nostri occhi appariva vittima sacrificale, mostra sul campo di aver fatto ‘i compiti a casa’. Ha studiato l’avversario e capito i segreti delle touche e le sue fonti di gioco. Complice anche una pioggia incessante e un pallone scivoloso, per buona parte della partita imbriglia l’avversario con il piede e il gioco aereo. Non è un caso che scava un solco apparentemente incolmabile proprio con i calci di Farrell (3′, 10′, 24′, 39′), bravo a centrare i pali in ogni occasione avuta ed anche ad inventarsi un drop quasi impossibile al 53′ (per il +9).

Il Sud Africa, invece, sceglie la strada sbagliata. All’apertura coach Nienaber sceglie Libbok, bravo nel far girare la palla ma non a centrare i pali. In una partita in cui terreno e pioggia rendono quasi impossibili le azioni alla mano, si tratta di una scelta sbaglia dal punto di vista strategico. Neinaber se ne rende conto al 30′ e butta dentro Pollack, sicuramente meno ispirato ma più preciso al calcio. Stesso discorso per il mediano di mischia. Reinach è troppo lento nelle scelte e non aiuta la squadra a trovare le soluzioni giuste. Nel complesso è tutto il gruppo che non funziona. Le scorie della battaglia contro la Francia si fanno sentire. In corsa di fatto il coach sud africano cambia quasi tutto il XV iniziale. Azzecca il jolly con Nche. Il pilone sinistro di fatto cambia il destino della mischia e, alla prova dei fatti, della partita. Proprio grazie a questo fondamentale il Sud Africa, nell’ultimo quarto di partita, trova le punizioni che l’avvicinano ai 22 avversari.  Snyman (69′) schiaccia in meta una penaltouche finalmente giocata bene e Handre Pollard a 78′ centra i pali per i punti della vittoria da una punizione, a centro campo, nata sempre dalla mischia chiusa.

Nella finale contro la Nuova Zelanda, però, questo Sud Africa non sembra poter bastare.

Coppa del Mondo rugby, Sud Africa a fatica raggiunge la Nuova Zelanda in finale
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Jules Elysard
Nato in una cittadina semisconosciuta tra Mosca e San Pietroburgo (non chiedetemi perché, è una storia lunga), di padre francese e madre italiana, mi occupo di sport fin da piccolo. Amo guardare le cose da un punto di vista diverso, a volte anche problematico, ma mai dogmatico. Ho collaborato con diversi quotidiani.

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