Pedalando con l’Arpa è un progetto del maestro Eleonora Perolini, che ha portato sulla scia del Giro 2024, che ha fatto tappa (partenza) ad Acqui Terme, una serie di incontri e di iniziative culturali in senso esteso … pedalando sul filo della passione per la bicicletta e il ciclismo.

Venerdì 11 aprile 2025 è stata la volta dei ricordi del mito di Coppi, una serata intitolata “Con Coppi Campionissimi noi”, che ha fatto fare un salto indietro nel tempo, nel bianco e nero del ciclismo romantico, agli ospiti della sala Kaimano di Acqui Terme, per un evento in onore di Fausto Coppi attraverso le parole scritte dal suo portavoce Franco Rota. Sul palco due arpe: una nella mani sicure e meravigliose di Eleonora Perolini, l’altra in quelle di una giovane sua studentessa, Alima Diallo, che hanno messo al centro il romanzo di Coppi raccontato da Luciana Rota, e con le note hanno composto la colonna sonora (emozionante) di questa serata. Abbiamo chiesto alla giovane musicista Alima Diallo, 12 anni, appassionata anche alla scrittura, di raccontarci con le parole il senso di questa serata “Pedalando con l’Arpa”. Ecco cosa ci ha scritto, pubblichiamo integralmente.

Coppi pedala ancora accompagnato da una giovane arpa

Di Alima Diallo

Luciana Rota, tramite i suoi ricordi, ci ha trasmesso la storia di Fausto Coppi con Eleonora Perolini e Alima Diallo (io), che suonavamo l’arpa come due gregari della corsa: l’evento è stato magico. Le memorie di Luciana ci portano a quando suo padre Franco la portava a casa Coppi, a quando bussavano al grande portone che a malapena la mamma di Coppi riusciva ad aprire.

Il suo ricordo parte dal ticchettio della macchina da scrivere di suo padre per dare vita al viaggio compiuto dalla bici di Fausto Coppi che, partito dalle colline dell’Alessandrino, riesce a scalare i colli più famosi del ciclismo come il “Col du Galibier”. Grazie alle immagini del film muto, proiettato sullo sfondo (concesso dal Museo del Ghisallo, ndr), che ritraevano l’impresa di Fausto su quel colle, ho potuto ricordare il primo Tour de France a cui ho assistito dal vivo, quello del 2024. Di quel momento ricordo Tadej Pogačar che sfrecciava su quella ripida e faticosissima salita, insieme ai suoi gregari che lo aiutavano. Chissà come sarebbe andata se ci fosse stato anche Coppi a gareggiare insieme a loro?
Le note della Siciliana di M.K. Weddinton, suonate da me, hanno accompagnato le immagini del mitico Coppi nel Giro d’Italia del 1952. Suonare la mia arpa è stato come viaggiare nel tempo sulle ali di Fausto Coppi: l’arpa è riuscita a dare voce alla memoria, alle immagini ed alle fatiche della vita di un campione, ma anche ai ricordi della sua famiglia.

Coppi pedala ancora accompagnato da una giovane arpa

La rassegna “Pedalando in Monferrato” mi ha portato alla scoperta di grandi imprese fatte nella storia di persone che per ottenere la vittoria hanno percorso faticose salite affrontando le discese più pericolose di tutt’Europa. L’arpa ha i pedali che, mossi dai piedi, variano il suono delle corde, tendendole e distendendole proprio come nella catena della bicicletta mossa dal movimento della forza delle gambe dei corridori. La musica racconta immagini di vita come quelle che vivono i corridori su strada nelle loro grandi imprese.

Suonare l’arpa mi fa sentire un vero corridore, e proprio come un ciclista c’è bisogno di duro allenamento, fatica e passione. In un solo brano ci sono parti in salita da affrontare con tecnica e determinazione e parti in discesa divertenti, ma che richiedono attenzione: proprio come in sella alla bici, sfrecciando veloce con le note si rischia di perdere il ritmo e non riuscire più a riprenderlo.

Oggi vi scrivo queste righe guardando la famosa corsa “Parigi-Roubaix”: mi ritornano in mente le immagini di Fausto Coppi che erano proiettate come sfondo mentre stavo suonando. Così come i corridori di oggi, anche Coppi correva su quelle strade non asfaltate, piene di buche e difficoltà da superare pian piano, con molta resistenza e agilità. Nel video proiettato nella sala ho potuto notare la differenza tra gli strumenti tecnici, le protezioni e l’abbigliamento: ai tempi di Coppi si correva con magliette di lana e protezioni poco sicure al posto di quelle che indossiamo oggi; a volte si correva anche senza casco. Così come nel ciclismo, anche nella musica oggi abbiamo più strumenti del passato. Vorrei ringraziare Eleonora Perolini, la mia coach/insegnante che continua a guidarmi con passione e amore ed è così che sono uscite queste parole, come le note. Per Fausto Coppi.

📣 Seguici anche sul canale Telegram di Sport24h.
Redazione
Sport24h.it nasce dall’idea che ogni disciplina sportiva è portatrice di un sistema di valori, emozioni e linguaggio unici. Contrariamente alla narrazione imperante: non esistono i fatti separati dalle opinioni (in questo ci sentiamo un po’ eretici). La realtà è sempre, inevitabilmente, interpretata dalla sensibilità di chi la racconta.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui