C’è molto azzurro nella finale  mondiale Ironman vinta a Kona nelle Hawaii dal tedesco Patrick Lange che in 7 ore 35 minuti e 53 secondi,  dopo aver nuotato per 3,8 chilometri, pedalato per 180 e corso per 42, si è messo in testa la sua terza corona mondiale. C’è molto azzurro perchè, con una gara da incorniciare, il nostro Greg Barnaby,  si è piazzato sesto assoluto in 7:48:22 firmando così la miglior prestazione italiana di sempre in una finale mondiale Ironman. Il  trentatreenne veronese di  Sant’Ambrogio di Valpolicella in forza al 707 Team Minini, è rimasto sempre lì tra i migliori: decimo, ottavo, settimo e alla fine sesto . Ha nuotato davanti, pedalato davanti, corso davanti guardandosi alle spalle e recuperando posizioni ad un passo dall’olandese Menno Koolhaas che sembrava alla portata ma che alla fine ha difeso il suo minuto scarso  con le unghie e con i denti. Ma quinto o sesto poco conta. Conta esserci a certi livelli e l’azzurro, in questo suo anno magico, ha dimostrato di poterci stare con i  migliori migliorando l’ottavo posto dello scorso anno a Nizza, che sempre mondiale era, ma non era Kona, non erano le Hawaii, non era la terra nera dell’Energy Lab dove, tra vulcano e deserto si raggiungono temperature assurde, non erano i drittoni infiniti che scendono e salgono e dove perdersi, fermarsi e arrendersi è davvero un attimo.  Una gara straordinaria che lo pone di fatto tra i grandi di questa disciplina “tosta” dove contano il cuore e le gambe ma dove conta allo stesso modo la testa e dove in realtà c’era già perchè, ad agosto a Francoforte nell’Europeo, si era piazzato terzo, conquistando il pass per Kona. E non si sale mai su un  podio per caso. “Sto ancora elaborando tutte le emozioni di questo viaggio- racconta l’azzurro sui suoi social-  Sono estremamente felice del risultato, più che orgoglioso di aver dato tutto quello che avevo, e profondamente grato per il sostegno che mi ha portato fin qui.”. 

Barnaby, allenato da tre anni ormai dal tecnico Luca Zenti,  vanta oltre 55 presenze nella nazionale azzurra di triathlon sulle distanze più brevi ed ha ha debuttato nella distanza Ironman nel novembre di due anni fa in Israele con un terzo posto che gli è valso, già allora, la miglior prestazione italiana in 7h47’02”, abbassando il il precedente limite che apparteneva ad un mostro sacro del nostro triathlon come Daniel Fontana (8h05’48”). Due anni di gran lavoro che hanno portato il veronese a Kona, pochi giorni fa a figurare tra i grandissimi, in una finale Ironman tra le più dure e avvincenti di sempre che vedeva al via ben quattro campioni mondiali: il tedesco Patrick Lange, che ha vinto per la terza volta stabilendo il primato della sfida al termine di una delle maratone più veloci della storia dell’Ironman; il francese Sam Laidlow campione mondiale in carica che dopo una frazione di nuoto e bici fantastiche dove ha rifilato oltre sette minuti a tutti ha pagato dazio nella corsa ed è finito, stravolto, al diciottesimo posto e i due norvegesi Kristian Blummenfelt e Gustav Iden finiti in retrovia. “Greg” Barnaby ha combattuto con loro fino alla fine, come sperava, come forse aveva sognato pensando e ripensando alla gara di Kona nelle notti della vigilia: “Congratulazioni a Patrik Lange per l’incredibile performance – scrive il veronese su Instagram – a Magnus Ditlev e a Rudy von Berg per il loro podio e a ogni singolo partecipante che ha affrontato quella che è veramente la gara più difficile che abbia mai fatto. Ora lascerò che tutto sprofondi e mi godo semplicemente questa esperienza indimenticabile…”. E ovviamente non finisce qui…
 

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Antonio Ruzzo
Sposato, con tre figli, giornalista professionista dal 1995. Il mestiere mi ha portato per anni a raccontare storie di nera e di morti ammazzati, la vita a inseguire sogni e passioni in bicicletta. Triatleta (scarso) da anni racconto quotidianamente lo sport nel blog “Vado di corsa” sul sito di un quotidiano nazionale. Ho un debole per chi non vince mai, per chi sa che il traguardo è lontanissimo ma non molla e per chi impazzisce per il profumo dell'olio canforato.

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