Six Nations Rugby ha annunciato il raggiungimento di un accordo di collaborazione strategica a lungo termine con CVC Fund VII. La partnership e a lungo termine prevede lo sviluppo ulteriore del Sei Nazioni e delle partite d’autunno, gestite sempre dallo stesso ente organizzatore del torneo.
In base all’accordo, CVC Fund VII investirà fino a 365 milioni di sterline per 1/7 delle quote di Six Nations Rugby, collaborando con le Federazioni rugbistiche di Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda, Italia, Scozia, che insieme riterranno 6/7 delle quote. In pratica l’ente organizzatore di apre ad una “settima” federazione, che non sarà rappresentante di realtà emergenti, ma è una società finanziaria che investe in settori svariati, compreso lo sport.
Gli obiettivi della partnership sono: investire nella crescita e sviluppo; valorizzare ulteriormente lo spettacolo sportivo di tornei, squadre e marchi; consolidare l’acquisizione di dati, tecnologia, e competenze commerciali a supporto di tali piani ambiziosi.
La società finanziaria britannica attraverso le sue diverse ramificazioni è entrata, negli ultimi anni, in diversi sport, a cominciare dalla Formula 1 e scommesse sportive.
Secondo quanto previsto dall’accordo le sei Federazioni manterranno responsabilità esclusiva per quando riguarda le questioni sportive e il controllo maggioritario in materia di decisioni commerciali. L’investimento di CVC Fund VII in Six Nations Rugby sarà saldato alle Federazioni nel corso di cinque anni, per riflettere la natura a lungo termine dell’accordo.
L’investimento di capitale, unitamente alla crescita prevista per i tornei, serviranno alle Federazioni per sostenere lo sviluppo del gioco negli anni a venire, a tutti i livelli nei rispettivi territori.
Si tratta di una nuova iniezione di soldi per le Federazioni facenti parte del Sei Nazioni e a nostro avviso anche la conferma che la permanenza dell’Italia nell’esclusivo club non è dovuto certo al valore tecnico ma solo alla potenza del mercato italiano rispetto a quello della Romania o della Georgia. Un motivo per cui una nostra eventuale retrocessione, favoleggiata spesso dagli Inglesi (più che da altri) non sarà mai presa seriamente in considerazione.