FASI e IFSC seguono con attenzione la sorte di Elnaz Rekabi

Secondo la Federazione Internazionale l'atleta iraniana sarebbe già a Doha, in procinto di rientrare in Iran. La Federazione Italiana ha chiesto al CONI e CIO di intervenire.

In queste ore si stanno accendendo le luci sulla storia di Elnaz Rekabi, climber iraniana che ha recentemente partecipato ai Campionati asiatici a Seul senza velo. Dopo quella gara (nel fine settimana) si sono perse le tracce dell’atleta. La ricostruzione  di IranWire, sito realizzato da giornalisti dissidenti del regime iraniano, le Guardie rivoluzionarie avrebbero arrestato Davud Rekabi, fratello di Elnaz, per usarlo come ostaggio. A quel punto Elnaz avrebbe consegnato il passaporto e il telefono con la promessa che la sua incolumità non sarebbe stata in pericolo. Trasferita dal Garden Seul Hotel (dove alloggiava la spedizione che ha lasciato anzitempo la sede) all’ambasciata iraniana della città, sarebbe ancora attualmente detenuta in attesa di prendere un volo per Teheran.

La sua destinazione – sempre secondo IranWire – sarebbe il carcere di Evin, dove sono detenuti i prigionieri politici del regime islamista. Reza Zarei, il capo della Federazione di arrampicata iraniana, l’avrebbe ingannata conducendola dall’albergo di Seul all’ambasciata iraniana dopo aver ricevuto ordini dal presidente del Comitato olimpico iraniano Mohammad Khosravivafa. Questa la ricostruzione di IranWire, ripresa da BBC e a cascata da tutti i media italiani.

Il presidente della Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, Davide Battistella, all’agenzia ADNKronos ha dichiarato: ‘Conosco molto bene Elnaz Rekabi, è un’atleta di livello, mi spiace moltissimo quanto le sia capitato dopo la gara in Corea. Ci stiamo interessando come federazione al suo caso per quanto sia possibile fare. Sentirò nelle prossime ore il presidente Giovanni Malagò e mi auguro che il Coni, insieme al CIO possa fare qualcosa per liberarla, anche se la vedo molto dura.

Dalle notizie che ho, le autorità iraniane avrebbero preso in ostaggio il fratello e quindi Elnaz è stata costretta a rientrare nel suo Paese. Immagino che lei dopo quanto fatto non sarebbe mai rientrata di sua spontanea volontà. La situazione è molto delicata, penso che si possano ottenere risultati concreti cercando di fare la maggior pressione mediatica possibile, non spegnere le luci su questo caso.’

La Federazione Internazionale di Arrampicata Sportiva, guidata dall’italiano Marco Maria Scolaris, nella giornata di oggi ha diramato la seguente comunicazione: ‘La Federazione Internazionale di Arrampicata Sportiva (IFSC) è pienamente consapevole delle novità riguardanti l’atleta iraniana Elnaz Rekabi. A seguito delle molte voci che sono circolate attorno all’atleta, come IFSC abbiamo cercato di stabilire i fatti reali. Siamo stati anche in contatto con la signora Rekabi e la Federazione di arrampicata iraniana. Da nostre informazioni, sta tornando in Iran e continueremo a monitorare la situazione mentre si sviluppa al suo arrivo.

È importante sottolineare che la sicurezza degli atleti è fondamentale per noi e sosteniamo qualsiasi sforzo per mantenere al sicuro un membro prezioso della nostra comunità in questa situazione. L’IFSC sostiene pienamente i diritti degli atleti, le loro scelte e l’espressione della libertà di parola.’

Contattata direttamente la IFSC, ci è stato chiarito che in base alle loro più recenti informazioni l’atleta attualmente è a Doha come scalo tecnico per il ritorno in Iran. L’ultimo contatto avuto con Elnaz Rekabi, in queste ore, è stato tramite messaggi di WhatsAp; quindi non vi è certezza che ci sia lei dall’altra parte del telefono.

IFSC ha confermato che è al momento molto difficile riuscire a comprendere, nella ridda di voci e notizie che circolano, la verità. Qualora la federazione internazionale dovesse ottenere aggiornamenti verificati sull’atleta emettere un nuovo comunicato stampa.

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Redazione
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