E’ partito, oggi, dalla Costa dei Trabucchi, il 106° Giro d’Italia. La sensazione, dopo il cronoprologo, è che sia già finito. Chiudete le tende, riponete le sedie, lo spettacolo è finito, prima ancora di cominciare.
Sto esagerando? Forse. Ma quanto visto oggi lungo la bella ciclabile che collega Fossacesia ad Ortona, non lascia spazio a dubbi o voli pindarici. Questa edizione del Giro ha un solo incontrastato dominatore. Risponde al nome di Remco Evenepoel e sulle spalle porta anche la maglia iridata. Ha rifilato oltre 20″, su venti chilometri di cronometro, ad un altro marziano delle prove contro il tempo, tal Filippo Ganna, che alla maglia rosa, almeno in queste prime tappe, ci aveva fatto un pensierino concreto.
Invece si è trovato difronte (davanti per la precisione) un ragazzotto di 23 anni, calciatore mancato (ma solo perché gli piaceva di più il ciclismo), che nella sua breve carriera ha già collezionato una manciata di classiche, una Vuelta, un mondiale. Dicono sarà il nuovo Merckx. Potrebbe essere ma se fosse prepariamoci a vivere un periodo storico in cui i Merckx in gara saranno almeno due, perché Pogacar non ci sembra da meno. Ma lo sloveno a questo Giro non c’è, e il connazionale Roglic non sembra strutturato per contrastare Remco.
Così se Evenepoel si porta a casa la rosa già alla prima tappa, mi chiedo: ‘chi mai potrà togliergliela?’. Non ho visto, nei venti chilometri iniziali di questo giro, nessuno con il colpo di pedale giusto. Se la crono è il terreno di Ganna e Superpippo perde la crono, allora vuol dire che non ce n’è per nessuno.
Certo, gli ingenui possono sperare in una cotta, oppure in una caduta, visto che le discese sono forse il terreno che Remco ama di meno, dopo il capitombolo al Lombardia che ha rischiato di fargli smettere prima ancora di iniziare. Ma i tempi di Nencini e Rivière non appartengono a questo ciclismo. E allora dove potrà essere attaccato il giovane belga?
Oddio, tappe difficili non mancano. Potrebbe accadere già alla quarta, arrivo a Lago Laceno, oppure alla settima, sul Gran Sasso, o magari attendere la seconda settimana di corsa con la 13^ tappa, arrivo in Svizzera. Ci sono, poi, le ultime due tappe di montagna, sempre temibili, perché alla terza settimana, la 18^ e 19^ con gli arrivi in Val di Zoldo e sulle Tre Cime.
Potrebbe accadere sempre, solo se ci fossero gli avversari adatti. Ma dove sono? Abbiamo detto di Roglic, che ha già 45″ di distacco, potremmo dire di Thomas, oppure di Geoghegan Hart, o Vlasov. Potremmo dire chi vogliamo, ma la realtà è che il Giro non è il Tour e, per quanti sforzi RCS faccia, alla fine se viene un big, quello prende tutto.
Quest’anno tocca a Remco, che secondo me non cederà neanche ai facili tatticismi di consegnare la rosa a qualche carneade per non sfiancare la squadra, e cercherà di imitare Bugno quando, nel 1990, portò le insegne del primato dal primo all’ultimo giorno di gara. La dichiarazione post gara è sibillina e si presta ad una doppia lettura: “Sono felicissimo, è il risultato migliore che potessi ottenere. Pensando di dover fare 21’30” per vincere e invece ho fatto ancor meglio. Fin dall’inizio sentivo le gambe girare bene. Voglio evitare rischi in questa prima settimana e non sprecare energie fino alla prossima cronometro.”
Potrebbe essere interpretata: ‘cedo la maglia al miglior offerente’; ma anche ‘vado talmente forte che con questi scarsi che ho difronte la partita è chiusa’. In qualsiasi caso una dimostrazione di superiorità tale per cui, chiudete le tende, riponete le sedie: lo spettacolo è finito!