Nel fine settimana abbiamo avuto l’opportunità di visitare Gubbio, comune del centro italia noto per la Festa dei Ceri, il tartufo, il Festival del Medioevo, la Gola del Bottaccione e, soprattutto, San Francesco. E’ stata l’occasione per conoscere i programmi dell’amministrazione in tema di sport e apprezzare la volontà di ripartire, nel post pandemia, puntando su natura e turismo outdoor.

Negli anni passati qui sono state ospitate diverse manifestazioni sportive a carattere nazionale, dai campionati italiani di salvamento a manifestazioni di corsa campestre. Il covid ha bloccato la maggior parte di queste ma non l’evento sicuramente più importante, il Trofeo Luigi Fagioli.

Abbiamo avuto modo di visitare il tracciato che caratterizza questa cronoscalata e, al contempo, di ripercorrere anche le gesta del corridore Luigi Fagioli, nato ad Osimo ma eugubino di adozione, che ha rappresentato un pezzo importante della storia dell’automobilismo a cavallo tra le due guerre.

Fagioli negli anni eroici delle gare automobilistiche è stato conteso tra l’Alfa di Enzo Ferrari e la Mercedes, dimostrando per certi versi che dopo 80 anni le cose, in ambito automobilistico, sono cambiate poco.

L’apice della carriera il pilota eugubino lo raggiunge subito dopo la seconda guerra mondiale, quando torna a correre in F1 per l’Alfa nella stessa scuderia di Fangio e Farina. Le “tre F” rappresentano un trio formidabile, che scrive la storia delle competizioni di quel tempo.

La cronoscalata, giunta alla 56^ edizione (quest’anno di scena il 31 luglio), è in grado di polarizzare l’attenzione di un numero consistente di spettatori. Sono circa 5000 le presenze calcolate annualmente grazie a questo evento e rappresentano un valore aggiunto, dal punto di vista turistico, per il centro umbro.

Sulla scia di questo dato oggettivo, il Comune sta ragionando di aprire ad altri sport, sviluppando, come detto all’inizio, la vocazione outdoor di un territorio in grado di offrire diverse condizioni ambientali data la sua vastità.

“Siamo il settimo comune d’Italia per estensione – ci ricorda l’assessore alla cultura e allo sport Gabriele Damiani -, questo ci permette di offrire diversi tipi di ambienti naturali.” In uno spazio relativamente ristretto, infatti, si passa dai circa 1400 metri del Monte Cucco, luogo privilegiato per il volo libero (deltaplano e parapendio) e con diversi percorsi specifici per bikers, al paesaggio agreste e collinare verso Assisi.

Proprio lungo questa direttrice si dipana la via di Francesco, itinerario nato per un pellegrinaggio in stile Cammino di Santiago ma che in poco tempo sta diventando qualcosa di più. La via, che ripercorre i luoghi toccati dal santo, collega il Santuario de l’Averna con Rieti e il Lazio. Circa 400 chilometri attraverso campi e colline, lontano da centri abitati e che ogni anno è percorso da un numero sempre crescente di persone, non più solo a piedi, ma anche in bici e a cavallo.

La bicicletta ci sembra la nuova frontiera sportiva per Gubbio. A dicembre sarà completata la ciclabile di fondo valle che ricalca il percorso dell’antica ferrovia, mentre la salita del Bottaccione, quella per intenderci della cronoscalata delle auto, ogni giorno è percorsa da un numero sempre maggiore di ciclisti. La possibilità di collegare tutti questi luoghi con un unico itinerario, magari chiuso al traffico in alcuni periodi dell’anno, potrebbe sviluppare ulteriormente quel turismo outdoor che in questo periodo di pandemia ha conosciuto un vero e proprio boom.

Per info sulla via di Francesco
Per noleggio bici e percorsi ciclabili a Gubbio

📣 Seguici anche sul canale Telegram di Sport24h.
Antonio Ungaro
Giornalista sportivo e blogger. I primi ricordi sportivi sono le imprese di Gimondi al Giro d'Italia e il 5 Nazioni raccontato da Paolo Rosi. Dietro ad ogni sportivo c'è una storia da raccontare; tutte insieme raccontano un Paese che cambia. Sono convinto, parafrasando Mourinho, che chi sa solo di uno sport non sa nulla di sport.