Arrivo alla stazione Santa Maria Novella e mi dirigo velocemente verso le Cascine, dove è stata allestita l’area della partenza non ufficiale del Tour de France, luogo di ritrovo della carovana e della sfilata delle squadre.
Non consulto la cartina, so dove andare. I miei ricordi di quando vivevo a Firenze per studiare all’Universitá, oramai più di vent’anni fa, riaffiorano e hanno il sapore di Amarcord. Un’emozione che cresce via via che attraverso Porta a Prato, poi il Lungarno, tra una fiumana di gente, bambini, adulti, famiglie intere. Chi in bici chi a piedi chi di corsa. È una festa in giallo a Firenze, capitale per un giorno del ciclismo mondiale.
Un’emozione ancora più forte quando arrivo allo stand allestito per la stampa dove ritiro il mio accredito. Grazie al pass entro nella mixed zone, mi infilo in ogni angolo. Fotografo ogni singolo particolare perché questo evento resti impresso nella mia memoria.
Amo il mio lavoro perché mi permette non solo di vivere esperienze e assaporare emozioni irripetibili, ma di trasmetterle agli altri. O almeno ci provo.

E così arrivo al villaggio, sono sudatissima, ci sono 35 gradi, ma l’emozione vince il caldo; ci sono tantissimi tifosi, striscioni in ogni dove, maglie gialle punteggiano l’immenso polmone verde di Firenze.
Ed ecco la presentazione, con la neo sindaca della città, Sara Funaro, e il principe Alberto di Monaco che si ferma a salutare la gente tra selfie e autografi.
Continuo ad infilarmi in qua e là e salgo sopra uno dei track degli sponsor per prendermi un po’ d’ombra e per fotografare il passaggio delle squadre che si avvicendano sul palco per la firma.
Guardo l’ora: le 11.10. Devo andare, devo correre a piazza della Signoria, da lì ci sarà la partenza ufficiale alle 12.10 e il percorso non è poi così breve. Mi incammino facendo il tratto di strada che percorreranno poi i ciclisti. Dico tra me e me che almeno se non faccio in tempo ad arrivare in centro, posso per lo meno vedere il loro passaggio. Ma ce la devo fare.
Rimango davvero impressionata dai due ali di folla che stazionano lungo le transenne per quasi due chilometri. “Sono qui da due ore e mezza”, mi dice un signore preoccupato che mettendomi davanti non possa vedere il passaggio della corsa. “Non si preoccupi, vado avanti”, lo rassicuro.
Continuo a correre, ancora magliette gialle, striscioni, bandiere, percorro il Lungarno, poi taglio verso il centro e arrivo al magnifico spettacolo del duomo. Quante serate trascorse qui in gioventù, quante vasche fatte sue e giù per via dei Calzaioli a vent’anni, tra un esame e un altro. I ricordi affiorano ma non hanno il sapore nostalgico, bensì di vita vissuta e di voglia di provare nuove emozioni, come quella che oggi il tour e Firenze mi stanno offrendo.
Mi fermo a piazza Duomo. Voglio riprendere il passaggio del tour da qui. L’immagine è troppo bella per andare oltre….
Sono le 12.00, fra pochi minuti arriveranno loro, i protagonisti di questa giornata. La gente comincia ad applaudire, i poliziotti motociclisti battono il cinque con i tifosi nel loro passaggio. Tutta la città è in festa.
Ed eccoli: in un soffio arrivano i corridori, salutano, sorridono, ammirano la facciata gotica di Santa Maria del Fiore avviata da Arnolfo di Cambio.

Non contenta degli scatti realizzati nello scenario magnifico, mi catapulto fuori dal percorso e corro sulla laterale di via dei Calzaioli, proibita per il passaggio dei ciclisti. Le mie rimembranze da fiorentina mi indirizzano su via dei Cerchi fino a quasi alla piazza dove riesco di nuovo a intrufolarmi con nonchalance e ad arrivare giusto accanto alla sindaca, dall’altro lato della strada. Il via ufficiale sta per scoccare, lo sfondo di Palazzo Vecchio la fa da padrone, lo scenario è unico, lo spettacolo è assicurato. Ecco la sindaca che sventola la bandiera, si parte. Sullo sfondo fuochi di luce e le note dei Queen Bicycle Race.

Centomila in festa, Firenze è tutta in festa e come ha detto il sindaco uscente Dario Nardella “la gara ciclistica più bella del mondo può partire, dalla città più bella del mondo”.