In occasione della Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace, un’indagine di Elty (HealthTech scale-up 100% italiana, parte del Gruppo Unipol) ha fotografato lo stato della pratica sportiva in Italia, rivelando un dato tanto semplice quanto significativo: per la maggior parte degli italiani lo sport è soprattutto un momento da condividere. Oltre l’80% dei partecipanti, infatti, dichiara di allenarsi in compagnia di amici (46,3%), familiari (32,1%) o vicini di casa (2,8%). Lo sport si conferma quindi non solo uno strumento di benessere fisico e mentale, ma anche un potente aggregatore sociale.
Nonostante l’intento positivo, però, la frequenza di attività fisica resta ancora bassa. Solo il 42,6% pratica sport 1-2 volte alla settimana, mentre un ulteriore 39,9% si limita a camminare ogni giorno, scelta prevalente nei piccoli centri abitati. Un preoccupante 13,5% afferma di non svolgere alcuna attività sportiva, mentre solo una minoranza del 4,1% si dedica allo sport a livello professionale, quota che cresce leggermente nelle grandi città (5,4%) grazie a una maggiore disponibilità di impianti e percorsi specializzati.
Le differenze di genere sono marcate: mentre uomini e donne condividono la predilezione per la camminata, i primi tendono a scegliere sport più dinamici (calcio, corsa, tennis), mentre le seconde si orientano verso attività legate al benessere psicofisico, come yoga, danza e pilates. Gli uomini risultano anche più costanti nella pratica: il 48,3% in più rispetto alle donne fa sport a livello professionale, e il 7,4% in più pratica 1-2 volte a settimana. Le donne, invece, riportano un tasso di inattività superiore del 53,2% rispetto agli uomini.
Il desiderio di stare meglio con sé stessi è la principale motivazione che spinge gli italiani a muoversi (47,3%), seguito dalla volontà di perdere peso (25,9%) e dalla necessità di ridurre stress e ansia (15,3%). Le donne mostrano una maggiore sensibilità verso il benessere mentale, mentre gli uomini sono motivati dalla compagnia e dalla gestione di patologie croniche.
Con l’avanzare dell’età, cambiano le priorità: i giovani (15-34 anni) vedono lo sport come momento di socializzazione e benessere mentale, mentre gli adulti (35-64 anni) preferiscono attività più leggere, spesso con l’obiettivo di dimagrire. Gli over 65, infine, praticano sport soprattutto per gestire condizioni croniche, ma faticano a mantenere la costanza.
Il principale ostacolo resta il tempo: il 51,9% degli intervistati lamenta di non riuscire a incastrare lo sport tra gli impegni quotidiani, una difficoltà più sentita dalle donne. Seguono la mancanza di motivazione (32,7%), i costi (9,8%) e la zona in cui si vive (5,6%).
Un altro fronte critico è quello del lavoro. Il 73% dei lavoratori afferma di non ricevere alcun incentivo per mantenersi attivo. Solo l’11,4% ha accesso a programmi di welfare aziendale legati allo sport, come abbonamenti o convenzioni. Eppure, l’attività fisica è alleata anche della produttività e della soddisfazione lavorativa.
Accanto allo sport praticato, cresce la domanda di servizi integrativi: percorsi psicologici per la gestione dello stress, e consulenze nutrizionali online per garantire una dieta equilibrata e supportare le performance. L’accesso a questi strumenti, combinato con politiche aziendali mirate, potrebbe rappresentare un passo fondamentale verso un’Italia più sana e attiva.
Report a cura di Elty (HealthTech scale-up 100% italiana, parte del Gruppo Unipol, nata con l’obiettivo di rendere la salute fisica e mentale più accessibile per gli Italiani) indagine condotta su un campione di 1000 persone nel marzo 2025 tramite la loro app.