Per una curiosa eterogenesi domenica 23 marzo è stata una giornata particolare per lo sport italiano. Mentre dall’altra parte del mondo, a Nanchino, un ragazzo di 20 anni regalava al nostro sport il primo titolo mondiale nel salto in lungo indoor, in una gara dall’alto tasso tecnico, e mentre non si erano ancora spenti gli echi di una Milano Sanremo stupenda, in cui il ciclismo italiano aveva mostrato la parte migliore di se, sempre in Cina e al Signal Iduna Park di Dortmund si consumavano due tragedie sportive.

Al termine del GP di Cina, infatti, le Ferrari di Leclerc e Hamilton risultavano non conformi ai regolamenti e pertanto squalificate. A rende ancora più grottesca la vicenda il fatto che le infrazioni fossero diverse. Quindi per la scuderia fino a qualche anno fa orgoglio dell’industria italiana non uno, ma due errori fatali. Il danno di immagine è ben superiore alla semplice perdita di punti. Consegna al mondo un team di prima grandezza che incorre in infrazioni da squadra di terza categoria.

Quello che è accaduto nel primo tempo della partita Germania Italia, però, è forse ancora più grave. In occasione di un calcio d’angolo, portiere e difesa italiane si sono fatte trovare completamente impreparate, impegnate e discutere con l’arbitro, subendo uno dei goal più ridicoli della storia della nostra Nazionale. Anche in questo caso il danno di immagine è superiore alla effettiva portata dell’accaduto, visto che al termine l’Italia è riuscita anche a pareggiare.

Fino a qualche anno fa Nazionale di calcio e Ferrari erano gli assi portanti del tifo sportivo del bel paese. Questo perché in qualche modo rappresentavano la parte migliore dell’Italia nel mondo, di cui andare fieri e riempirsi il petto. Nello spazio di una decina di anni questi due punti di riferimento sono crollati miseramente nella polvere, arrivando, con quanto accaduto ieri, a toccare il fondo.

Non c’è bisogno di ricordare, infatti, che la Ferrari non vince un titolo piloti dal 2007 (Raikkonen) e costruttori dall’anno successivo e che manchiamo la qualificazione ai mondiali di calcio da ben due edizioni. L’europeo vinto nel 2020 solo in parte rende meno grave la situazione.

Gli episodi di ieri ci dicono che siamo in caduta libera, nonostante le speranze, ad inizio stagione, di poter finalmente raddrizzare la situazione. Se non è stato toccato il fondo forse è perché al fondo non c’è mai fine.

Meno male che a tenere alto l’onore dello sport italiano ci pensano discipline spesso criticate o dimenticate, come l’atletica e il ciclismo.

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Antonio Ungaro
Giornalista sportivo e blogger. I primi ricordi sportivi sono le imprese di Gimondi al Giro d'Italia e il 5 Nazioni raccontato da Paolo Rosi. Dietro ad ogni sportivo c'è una storia da raccontare; tutte insieme raccontano un Paese che cambia. Sono convinto, parafrasando Mourinho, che chi sa solo di uno sport non sa nulla di sport.

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