E’ la regina delle Ardenne e la Monumento più antica. La Doyenne, la Liegi Bastogne Liegi torna per la 110 volta. Il programma, dal punto di vista tecnico, è ricco e semplice al tempo stesso. Torna Tadej Pogacar ad una classica, in previsione del Giro che è destinato a dominare. Si troverà di fronte sua maestà Mathieu Van der Poel, campione del mondo e mattatore di Fiandre e Roubaix. Uno che sicuramente non si farà da parte quando il Piccolo Principe proverà a muoversi. Secondo la moda del momento, potrebbe essere a 60, 80 chilometri dalla fine. O forse ancora più lontano: per provare le gambe e scrivere l’impresa, di quelle che piacciono al ciclismo e agli appassionati. La Doyenne è lì pronta per essere conquistata. Per il campione del mondo sarebbe la prima volta.
Mancherà al via Remco Evenepoel, uno dei fantastici 5 del ciclismo contemporaneo, che ha dominato le cote di questi posti per ben due volte negli ultimi anni. Mancheranno anche Vingegaard e Van Aert, entrambi appiedati da cadute come Remco. Non mancherà, però, lo spettacolo. Le côtes delle Ardenne sono forse meno ripide dei muri fiamminghi, ma hanno la caratteristica di tirare via dritti, senza tornanti, senza respiro. Si dice sia la classica più adatta agli scalatori dopo il Lombardia. Sarà per questo che uno come Vincenzo Nibali ha provato più volte a prenderla, senza però, mai riuscirci: miglior risultato il secondo posto nel 2012. Il finale della Liegi, soprattutto, è di quelli spaccagambe, in grado di illuderti che sei al culmine per ritrovarti poi improvvisamente senza fiato e rischiare di venire superati da quelli che arrivano.
Come è successo a Moreno Argentin, signore di questa corsa, nel 1987; il racconto dalla Gazzetta dello Sport di allora: “a meno di 10 chilometri dal traguardo Argentin è in ritardo di quasi un minuto sulla coppia di testa formata da Roche e Criquielion. I battistrada si studiano convinti di giocarsi la volata a due ma ecco che tra le macchine, a 300 metri dal traguardo, spunta Argentin che beffa i rivali per uno storico tris..”.
Ci manca la Doyenne, vinta soprattutto da Belgi ma che per un periodo è stata considerata la terza classica italiana. Sono ben 12 i successi nostrati. Oltre al poker di Argentin possiamo ricordare la doppietta di Michele Bartoli e i successi di Bettini e De Luca… ci manca la Doyenne. Soprattutto ci manca una classica. Chissà, forse Formolo…