Italia fuori dal Sei Nazioni nel 2025? La smentita è arrivata dopo due giorni di esclusive del Daily Mail UK: “Six Nations Rugby, le sue sei Federazioni e CVC desiderano precisare che non stanno intrattenendo discussioni o sviluppando alcun piano per aggiungere o sostituire una Federazione partecipante.
Tutte le energie sono al momento concentrate sulle discussioni strategiche riguardanti le finestre internazionali di luglio e novembre e la struttura della stagione globale, per garantire un esito favorevole delle stesse per lo sviluppo del Gioco”.
E’ sempre pericoloso smentire, perché si dà la notizia due volte. Se qualcuno si era perso gli articoli esclusivi del quotidiano inglese (qui), la comunicazione ufficiale degli organizzatori e delle singole federazioni ha riacceso i riflettori sulla questione.
Il Mailonline nel suo articolo parla di indiscrezioni in esclusiva da parte di CVC, finanziaria che recentemente è entrata nel board del Sei Nazioni con una non indifferente iniezione di soldi. E siccome i soldi sono il motore di tutto proviamo a ragionare, dal punto di vista economico, se la notizia fosse vera che effetti produrrebbe.
Appare subito indubbio che la partecipazione del SudAfrica al Sei Nazioni renderebbe il torneo più appetibile dal punto di vista dello spettacolo e quindi dei diritti televisivi. Se non in Italia, sicuramente nel resto del mondo. Il mercato africano è ancora un potenziale inespresso che attira sempre maggiore interesse da parte degli investitori. E se per la nazionale campione del mondo giocare contro formazioni dello stesso fuso orario e di pari valore dal punto di vista tecnico è meglio, si può dire altrettanto per gli equilibri complessivi del rugby mondiale?
Chi potrebbe rimpiazzare il Sud Africa nel Championship se eventualmente questa approdasse al Sei Nazioni? Proviamo a rispondere: il Giappone; abbassando sicuramente il livello tecnico complessivo del torneo, ma arricchendolo dal punto di vista di diritti e pubblico. Tutto sommato non ci sembra una cosa impossibile e per questo che l’indiscrezione del Mail è da tenere in giusto conto.
Aldilà delle smentite, resta qualcosa di vero sullo sfondo. Leggendo le parole del quotidiano inglese si percepisce quanto il nostro rugby sia sceso nella considerazione complessiva. Un dato di fatto, questo, che se anche non mette in dubbio la nostra presenza nel Sei Nazioni, lascia l’amaro in bocca. In ventidue anni di partecipazione la considerazione nei nostri confronti invece di aumentare si è pian piano corrosa e adesso siamo accettati (nel migliore dei casi) se non sopportati. Le distanze, rispetto al rugby che conta, invece di accorciarsi si sono dilatate al punto che appare a tutti (forse solo a noi no) ormai impossibile che si possa recuperare il terreno perduto. Per farlo, lo insegna la fisica, dovremmo migliorare più velocemente dei nostri avversari. Le 34 sconfitte consecutive nel Torneo (l’ultima vittoria nel 2015) dimostrano il contrario.
Fino a quando, ci chiediamo, Six Nations Rugby accetterà di continuare a smentire?