Glasgow – “Prima della finale avevo avvertito Filippo (Ganna, ndr) di non lasciarlo andare troppo a Bigham – ci dice Marco Villa subito dopo la splendida finale che ha regalato il sesto titolo mondiale nell’inseguimento a Superpippo Ganna – massimo sette giri, non di più. Quando ho visto che dopo l’undicesimo giro l’inglese continuava ad aumentare il vantaggio, ho pensato che non ce l’avrebbe mai fatta. Poi guardo il tabellone e vedo che ha vinto. Filippo è un talento superiore. Incredibile”.
Il mentore del campione del mondo dell’inseguimento non nasconde la felicità per un titolo che scaccia tanti brutti pensieri e che porta sorriso e serenità nel gruppo della Nazionale, rubando anche un sorriso a Jonathan Milan, che aveva appena vinto la medaglia di bronzo ma non sembrava apprezzarla pienamente: “Ci tenevo a questo mondiale – esclama il friulano – ma gli sforzi di questi mesi li ho improvvisamente sentiti tutti nelle qualifiche. Ho fatto un tempo che non mi piace e questo mi ha lasciato tanta rabbia.” Avrebbe voluto volare in finale e vedersela con l’amico/avversario di sempre. Invece di mezzo si è messo ancora una volta l’ingegnere Bigham, che stava per giocare un brutto scherzo anche al compagno di colori nella Ineos.
Strappare qualche battuta a Filippo Ganna, anche dopo la vittoria, è impresa ardua. I media troppe volte l’hanno criticato in occasione di medaglie di argento o di bronzo (per non parlare di altri piazzamenti), per poi esaltarlo in caso di vittoria. E’ un gioco che non gli è mai piaciuto e vive sulla sua pelle di ragazzo sensibile questa ipocrisia, dettata dalle regole del main stream. Le parole cadono con il contagocce, ma regalano un ragazzo sempre più convinto delle sue possibilità e, soprattutto, dotato da una estrema ironia.
Dicci la verità Filippo, anche tu, ad un certo punto pensavi di non farcela? “Si. Non so come sia accaduto, ma il distacco era troppo ampio.. troppo duro il rapporto, troppo dura la pista. Qualcosa sembrava non funzionare.”
La vittoria al Chris Hoy Velodrome assume il sapore di un deja vu. Il sorpasso all’ultimo giro, negli ultimi metri (4:01.976 con soli 54 centesimi di vantaggio) ricordano tanto il titolo olimpico del quartetto. Sembra il marchio di fabbrica di Pippo.
Il Velodromo tutto, dopo un primo atto di stupore e silenzio, guardando il tabellone pia piano si rende conto dell’impresa. Dal silenzio per la delusione della sconfitta del campione di casa si passa pian piano alla standing ovation. Il giro di pista di Ganna è di quelli che fanno accapponare la pelle, con lo sportivissimo pubblico scozzese che si alza in piedi al passaggio. “Qui in UK – ci dice Ganna – sono incredibili: apprezzano la prestazione a prescindere da chi la fa. Mi era accaduta la stessa cosa in occasione di uno dei miei primi mondiali, a Londra.”
Una cosa simile era andata in scena la mattina, quando anche nelle qualificazioni (ma forse con meno pathos) Bigham era filato via e poi Ganna aveva recuperato, uccidendo la gara a due giri dalla fine. Nella finale il thriller è stato ancora più intenso. All’inizio degli ultimi 250 metri (1 giro di pista) Filippo era in ritardo di circa 6 decimi: un eternità. Che ha però recuperato con un finale da urlo.
Tutti in piedi: incredibile Ganna!