Come ampiamente pronosticato il weekend australiano della MotoGp ha saputo regalare gioie e dolori, ma soprattutto tanto spettacolo in pista. A partire dalla classe leggera, dove il campione del mondo David Alonso conquista la sua 11esima vittoria stagionale, eguagliando il record (e la gag nel parco chiuso) di Valentino Rossi nei suoi anni in 125cc. In Moto 2 invece torna a vincere Fermin Aldeguer, pilota spagnolo sotto contratto con Ducati, ai danni di un Aron Canet che sembrava aver trovato la quadra. Qualche polemica invece sul sorpasso decisivo del vincitore, reo secondo alcuni fan sui social, di aver esagerato con la manovra. A spegnerle ci hanno pensato i diretti interessati: “Queste sono le gare di moto”.
Nella classe regina la Sprint del sabato va a Jorge Martin, che domina nella gara corta davanti a Marquez e Bastianini. Bagnaia arriva quarto e a fine giornata fa capire di non averne avuto tanto di più. Episodio chiave della Sprint Race è però l’incidente ad alta velocità tra Bezzecchi e Vinales. Lo spagnolo, nel sorpassare il pilota del team VR46, si pianta davanti frenando qualche metro prima e Bezzecchi tenta di spostarsi per evitare il ‘risucchio’ generato dalla tanto discussa aerodinamica. La mossa del pilota romagnolo è superflua e tampona l’avversario a circa 240 km/h. Spettatore della scena è il compagno di team di Bezzecchi, Fabio Di Giannantonio, il quale definisce la scena ‘il momento più spaventoso della sua carriera’. A seguito dell’incidente (e alle lamentele reiterate ai media di Vinales), Bezzecchi viene penalizzato con un long lap da scontare nella gara di domenica.
La gara della domenica è un assoluto spettacolo nonostante l’orario proibitivo per il pubblico italiano. I protagonisti, Marquez e Martin, se le danno di santa ragione nella ventosa pista australiana, mentre chi insegue è Bagnaia, il quale, come da lui stesso dichiarato, ha potuto solo limitare i danni in un weekend dove la quadra non è mai arrivata. Marquez dunque lancia un segnale in ottica 2025, mentre Martin, seppur sconfitto, sale a +20 sul campione del mondo in carica. Uno splendido Di Giannantonio invece chiude quarto nonostante gli acciacchi mentre Bastianini è solo quinto. Menzione d’onore a Raul Fernandez che chiude decimo ma disputando tutta la gara senza appendici aerodinamiche all’anteriore, sfoggiando una moto pura e libera come non se ne vedevano da anni. Dunque correre senza ali si può eccome… ma questa è un’altra storia.