Sono cinque. Le vittorie di Tadei Pogacar al Giro 107. Cinque e questa di Santa Cristina se la poteva risparmiare. Ha pensato così la casalinga di Voghera, la tenerona al Giro. Ha pensato così e lo ha pensato anche per la mamma di Giulio Pellizzari, marchigiano di vent’anni, il più giovane corridore nella corsa a tappe più dura del mondo: che stava per vincere la sua bella frazione ma c’è stato quello là a rovinare la festa. Ci vuole pazienza a questo Giro. In una tappa con non pochi problemi fra meteo, decisioni ed indecisi. Piani e alternative di corsa. E di percorsi. Insomma, in questa tappa di pioggia e di parole, sotto l’acqua di questo Giro, ci stava bene la vittoria di Giulio Pellizzari.
Buona la fuga, buona la “buona” compagnia. Quando alla fine gli altri lasciano, prima il generoso (congelato) Alaphilippe, poi il galletto francese di turno, Costiou. Buono lui, il Giulio nazionale (che abbiamo visto anche nella tappa del Mottolino). Buono che se ne va dritto pensando al traguardo. Il segaligno, alto e coraggioso, la pelle di un ragazzino che sembra uscito da un fumetto, tira verso il traguardo maledetto di Santa Cristina: si gira un paio di volte, 700 metri. Lo vede. Scrolla un poco la testa. Perché c’è l’altro alle spalle che sale. C’è e sbuca dalla pioggia il sorrisetto della pantera rosa Pogacar che non molla neanche stavolta. Va su lo sloveno, va su come se davanti Giulio non ci fosse neanche. Come se fosse una nuvola di troppo da bucare con la ruota leggera che va. Col suo passo trita tutti e tutto. Va su Poga. In maniche corte e sorrisetto. Va. Con un fazzoletto al collo. Lo passa, lo ignora. Vince. Conta sulle dita al cielo: un, due, tre, quattro e cinque. Stella. Ma non è un gioco. E’ il Giro d’Italia.
Poteva lasciargliela, la tappa. Non sarebbe la prima né l’ultima volta per un gesto di generosità del ciclismo. Ma Tadei Pogacar ha fama e fame di cannibalismo ciclistico e dunque, alla sua maniera, più che mai, vince anche questa tappa. Giulio Pellizzari è secondo ed è secondo perché ha il coraggio di scattare in faccia all’altro della generale, Dani Martinez, ha la forza di batterlo praticamente in volata.
Poteva lasciargliela, la tappa Poga. Si giustificherà all’arrivo dicendo che nessuno attaccava e quindi… come sempre l’ha fatta sua, la tappa. La quinta. Si incontrano dopo poco ai box, il primo in rosa, il secondo in azzurrino, maglia della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè. Si incontrano che la casalinga e la mamma hanno la lacrimuccia pronta e quindi loro vogliono servirla. Infatti: Giulio Pellizzari che fa? Mica se la prende con Poga. Nossignori, gli chiede gli occhiali rosa. E lui? Sveste subito i panni della pantera rosa e gli regala pure la maglia. Zuppa di emozione e di fortuna quella maglia sistema tutti. anche le femminucce al Giro. I due si abbracciano. Son ragazzi.
È una tappa liquida, questa del Giro. Liquida fino in fondo. Pure le lacrime. È la sintesi del finale dolce amaro di una giornata difficile ma comunque bella per questa conclusione a due. Una giornata orfana della Cima Coppi, orfana dello Stelvio. Una giornata straripante di inutili parole e polemiche (sui social si sa), ma la decisione di accorciare il tiro (e il rischio per tutti) è stata giusta. Finiamola lì. Una giornata orfana anche della vittoria sacrosanta di Giulio Pellizzari. Ma questo è lo sport. Ed è uno sport per duri, non per casalinghe e mamme con la lacrima facile.
È uno sport da duri. E Poga duro lo è. Come Giulio, del resto. Il ragazzo si sta facendo. Lo dice anche ct Daniele Bennati nell’intervista che rilascia a Sport24h, ma dice anche che “Noi in Italia vorremmo tutto e subito ma ci vuole pazienza”. Sono le parole del commissario tecnico del ciclismo su strada, il quale sta seguendo questi ragazzi da top ten, con Tiberi sempre più convincente. Il ct sta prendendo nota e aggiornando la sua lista. Parigi è due volte vicina. Tour e Giochi Olimpici.
I colori dei sogni vanno oltre Santa Cristina: c’è quel rosa Pogacar da Giro d’Italia, per lui zuppo di successo, successo straripante che sconfina anche nell’azzurro della maglia a punti. Ma c’è anche quel bianco di Antonio Tiberi capoclassifica dei giovani al Giro 107. A proposito, quarto posto di tappa c’è anche Cristian Scaroni. E c’è da oggi, decisamente c’è, anche quell’azzurrino di Giulio Pellizzari che ci dice una sola cosa: nel ciclismo e nella vita ci vuole pazienza.
Santa Cristina Val Gardena/St. Christina in Gröden (Monte Pana), 21 maggio 2024 – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) ha vinto la sedicesima tappa del Giro d’Italia 107, la Lasa/Laas-Santa Cristina Val Gardena/St. Christina in Gröden (Monte Pana) di 118.4 km. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) e Daniel Felipe Martinez (Bora – Hansgrohe).
ORDINE D’ARRIVO
1 – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) – 118.4 km in 2h49’37”, media di 41.882 km/h
2 – Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) a 16″
3 – Daniel Felipe Martinez (Bora – Hansgrohe) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1 – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
2 – Daniel Felipe Martinez (Bora – Hansgrohe) a 7’18”
3 – Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) a 7’40”
LE MAGLIE UFFICIALI
Le Maglie di leader del Giro d’Italia sono disegnate e realizzate da CASTELLI.
Maglia Rosa, leader della Classifica Generale, sponsorizzata da Enel – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
Maglia Ciclamino, leader della Classifica a Punti, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ITA Italian Trade Agency – Jonathan Milan (Lidl-Trek)
Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Tadej Pogacar (UAE Team Emirates)
Maglia Bianca, leader della Classifica Giovani, nati dopo il 01/01/1999, sponsorizzata da Eataly – Antonio Tiberi (Bahrain Victorious)