La Reggia di Versailles non ammette sentimentalismi, neanche regali. Per vincere una medaglia non ci si deve fare distrarre – cavaliere e cavallo – dalla bellezza e dal fascino della nobiltà che gira attorno, specchi d’acqua qua e là (anche in campo ostacoli si intende).

Per vincere nel salto ostacoli olimpico si deve solo avere gambe ferme e cuore, tanto cuore, lo sa bene il numero uno al mondo, lo svedese Henrik Von Hekermann che in sella a King Edward nella finale si ritira dopo aver messo gli stivali a terra, disarcionato dal suo cavallo senza diritto di replica. A metà percorso. Olimpiade sfumata. Era fra i favoriti assoluti.

Noblesse oblige. Versailles non perdona. Nessun cedimento per la finale olimpica. Vale per tutti. Lo sa bene l’italiano Emanuele Camilli – scuola e cavallo passati dall’altra “reggia” equestre mondiale, la corte di Paul Schockemöhle in Germania, il più grande centro di addestramento (e allevamento) al mondo di cavalli da competizione. Lo sa bene Camilli, capace di farci sognare, noi italiani aggrappati alla sua giacca azzurra, in campo per una finale olimpica individuale dopo vent’anni di silenzio assoluto.

Salto ostacoli: a Versailles c’è un solo re e si chiama Kukuk-Checher
Emanuele CAMILLI (ITA) ODENSE ODEVELD, Individual Show Jumping, Paris 2024 Olympic Games

Sa, Emanuele Camilli (scuola romana alle sue spalle leggi il commento di Federico Roman qui https://www.sport24h.it/i-camillis-del-salto-ostacoli-unemozione-vera-da-parigi-2024/ ), che per portare il suo Odense Odeveld vicino al podio ci vuole un miracolo in un livello così alto e tecnico internazionale allestito per la gara olimpica di Parigi 2024. Ci prova. Ci emoziona. Ma non basta. 21mo posto finale.

Herr Camilli – che da anni vive in Germania –  alla sua prima partecipazione olimpica chiude il percorso della vita con il suo belga di 10 anni con 12 penalità (3 barriere cadute agli ostacoli) e con un tempo di 81”08. 

Tre errori per il cavaliere italiano Made in Germany sul complesso tracciato disegnato dallo spagnolo Santiago Varela Ullastres e dal francese Gregory Bodo (a coadiuvarli anche l’italiano Elio Travagliati) con 15 ostacoli per 19 salti, con due gabbie e una doppia gabbia (riviera e due fossi), dall’altezza massima di un metro e sessantacinque centimetri. 

Camilli e Odense Odeveld hanno commesso errore al verticale numero 1, al verticale di tavole numero 11, posizionato di seguito alla doppia gabbia e infine al penultimo salto del tracciato, il numero 14: un oxer su fosso nella dirittura finale. 

Un risultato, quello di Camilli e Odense, che vale il 21° posto della finale olimpica. Così commentato dal commissario tecnico Marco Porro: “Emanuele e Odense hanno saltato molto bene la parte più difficile del tracciato, rappresentata certamente dalle combinazioni (due gabbie e una doppia gabbia ndr) e da oxer davvero imponenti. L’errore al numero uno – ha aggiunto Porro – ha certamente compromesso la concentrazione di Emanuele che, alla sua prima partecipazione olimpica, ha potuto contare su un Odense cavallo dal grande potenziale e in splendida forma con i suo 10 anni di età. Dobbiamo essere soddisfatti del risultato e di questa qualifica alla finale che mancava all’Italia da troppi anni. Emanuele, dal canto suo, può essere soddisfatto di quello che ha fatto oggi e di essere riuscito a portare a questi livelli un cavallo che con lui forma un binomio su cui l’Italia potrà contare per il futuro”, ha concluso il Commissario tecnico.

Le medaglie sono state assegnate da un barrage deciso last minute e disputato dai soli tre percorsi netti della finale, regalando uno spettacolo in più al pubblico olimpico di Versailles. Barrage a tre per celebrare il successo del tedesco Christian Kukuk (primo titolo olimpico in carriera) in sella a Checher 47, unico doppio netto della finale.

Argento per l’elvetico e già campione olimpico (Londra 2012) Steve Guerdat su Dynamix de Belheme (0/4; 38″38), binomio campione d’Europa in carica (Milano 2023) e bronzo per l’olandese Maikel Van der Vleuten su Beauville Z (0/4; 39″12), che replica la medaglia conquistata a Tokyo 2020. 

Salto ostacoli: a Versailles c’è un solo re e si chiama Kukuk-Checher

i risultati qui (Nelle foto © FISE/Massimo Argenziano: Emanuele Camilli in azione su Odense Odeveld)

https://olympics.com/it/paris-2024/risultati/equitazione/salto-individuale/fnl-000100–

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Luciana Rota
Cresciuta alla scuola del giornalismo della gavetta, quella dei Rota nello sport, con papà Franco (firma de La Notte) e con zio Nino (firma de La Gazzetta dello Sport) è contributor di diverse testate e scrive soprattutto di sport di endurance, turismo attivo, vino, salute e anche di benessere. Ha maturato una lunga esperienza nel mondo dello sport olimpico, anche come consulente di alcune Federazioni (Federciclismo, Federazione Italiana Sport Equestri), ma ha seguito anche Pugilato, Sci Nautico, Triathlon e Scherma. Ama tutto il mondo dello sport all’aria aperta e la cultura della fatica, anche quella che ci porta a guardare con rispetto alla montagna. Ha una vera passione per la storia dello sport e del ciclismo in particolare.

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