La prima giornata del Sei Nazioni 2024 è passata in archivio e già si pensa alla prossima. Ma prima di gettare uno sguardo su quello che sarà, sperando che l’Italia confermi a Dublino quanto di buono fatto vedere sabato scorso, proviamo a dare un senso complessivo a quello che si è visto sui campi.
L’edizione dei Sei Nazioni post Coppa del Mondo è sempre particolare. Per capire quello che succede bisogna per forza fare riferimento al mondiale appena concluso e alla necessità, per tutte le squadre, di gettare le basi per il nuovo quadriennio.
Fa un certo effetto vedere la Francia fanalino di coda della classifica generale, alle spalle anche dell’Italia. I transalpini non hanno ancora assorbito la delusione del mondiale, sicuramente meno dell’altra grande sconfitta, l’Irlanda, che invece venerdì ha mostrato la solita solidità degli ultimi tempi.
Alla Francia non ha giovato l’assenza di Dupont, che appare ormai indiscutibilmente il leader, non solo per capacità tecnica, ma soprattutto per la sicurezza che riesce a trasmettere ai compagni di squadra. L’Irlanda, da questo punto di vista, sembra più strutturata per fare a meno di Sexton, mettendo in campo una manciata di giovani che sicuramente saranno all’altezza dei veterani che hanno lasciato o che sono in procinto di farlo.
Il successo di Marsiglia ha rilanciato le quotazioni irlandesi riguardo il successo finale, anche perché sugli altri due campi non abbiamo visto squadre in grado di poterli mettere in difficoltà. Se la partita di Cardiff fosse terminata dopo 40′ avremmo potuto credere nella Scozia, bella e dominante contro i Dragoni. Alla fine della partita, però, l’impressione è totalmente diversa. Gli highlanders si sono sono sciolti come neve al sole al primo vero assalto del Galles, mostrando preoccupanti cali di concentrazione. Portano a casa la vittoria, ma perdono il duello delle mete e in qualche modo anche la sicurezza.
Non ha impressionato neanche l’Inghilterra all’Olimpico, forse per merito dell’Italia di Quesada. Però la difficoltà che i giocatori della rosa hanno mostrato nel primo tempo e per tutta la partita quando si sono trovati nei 22 avversari non lascia ben sperare. L’Inghilterra ci è apparsa leggerina e con un gioco ancora indeciso tra la lezione del fu Eddie Jones e le volontà di Borthwick.
Il prossimo turno, proprio in virtù di queste indicazioni, ci potrà dire molto. La Scozia e la Francia avranno modo di misurare le rispettive ambizioni in un match che si annuncia fondamentale. Rischia sicuramente di più la Francia che, nel caso della sconfitta, uscirebbe già al secondo turno dai giochi e sarebbe costretta ad accelerare quel processo di rinnovamento che appare impensabile, ancorché necessario, vista l’età complessiva relativamente bassa del gruppo.
L’Inghilterra potrà testare le proprie aspirazioni contro un Galles che appare rigenerato da un secondo tempo garibaldino in un match storicamente dall’alto tasso di difficoltà, mentre l’Irlanda, in casa, avrà il doppio vantaggio di affrontare quella che fino allo scorso anno era la squadra cuscinetto (l’Italia, sic!) e con le altre due partite già disputate.
