ROMA – Dieci giorni all’avvio del Sei Nazioni 2025. “Cultura e identità di squadra per essere ambiziosi”. Così ha esordito Gonzalo Quesada, allenatore della nazionale maschile di rugby, nei giorni di preparazione al suo secondo Sei Nazioni alla guida degli azzurri. Inutile nascondersi: il tecnico argentino, con un passato fra le fila dei Jaguares e nello Stade Francois, vuole replicare le prestazioni viste nella scorsa edizione, quella che, sino ad oggi, è ricordata come la migliore di sempre, in termini di prestazioni e di risultati.

Quesada vuole continuare insistendo sui cardini della sua filosofia tecnica e sulla identità che si va sempre più fortificando.

La nazionale ha iniziato lunedì 20 gennaio il raduno di preparazione per il Sei Nazioni 2025. A meno di due settimane dall’incontro inaugurale di Edimburgo contro la Scozia di Gregor Townsend, Gonzalo Quesada ha scoperto le carte. Dopo un Sei Nazioni come quello dell’anno scorso, l’attenzione delle nostre rivali sarà molto più alto. Si deve anche ricordare che una delle caratteristiche di questo torneo è la continua crescita delle nazionali: come ogni anno, tutte si presentano ai nastri di partenza pronte a migliorare il risultato dello scorso anno e, soprattutto, con ambizione di vittoria.

L’Italia non potrà essere da meno.

“ll nostro obiettivo è continuare a migliorare, essere in partita” ha dichiarato Quesada. Partendo proprio dalla Scozia, infatti, non si deve dimenticare che la nazionale del cardo nel marzo dello scorso anno ha perso a Roma. Nonostante ciò resta una squadra ricca di talento, saldamente al sesto posto del ranking mondiale e da diversi anni con ambizioni di successo nel torneo più vecchio del mondo.

Quesada, di questo, ne è consapevole: “La nazionale del cardo voleva dire la sua già un anno fa, era partita con l’intento di vincere, lo stava dimostrando andando a conquistare la vittoria a Twickenham, noi siamo stati bravi a fermare la loro corsa. La Scozia di Gregor Townsend ha continuato a giocare bene, è stata all’altezza della sua fama a novembre, pertanto sarà una partita difficilissima, specie a Murrayfield. Dobbiamo ottimizzare queste poche ore a disposizione. Ma è già un anno che lavoriamo insieme. Ci si conosce”.

Un campo storico, difficile, dove la Scozia ha sempre venduto cara la pelle. I ricordi non possono che andare alle due storiche vittorie ottenuti ad Edimburgo nel 2015 e nel 2007, sognando una terza epica impresa.

Sette giorni dopo, allo Stadio Olimpico, andrà in scena la seconda giornata che vedrà l’Italia sfidare il Galles. La selezione allenata da Waaren Gatland viene data da tutti come la favorita per il whitewash (il cosiddetto cucchiaio di legno), ma l’allenatore argentino non si fida.

“Hanno avuto un 2024 difficile, hanno molti giocatori nuovi e alcuni d’esperienza. Speriamo. Quest’anno abbiamo tre partite in casa, a fine febbraio sfideremo la Francia, poi l’Irlanda. ll nostro obiettivo è continuare a migliorare, essere in partita, come lo siamo stati lo scorso anno (due vittorie e un pareggio) non come negli anni precedenti. Inghilterra, Francia e Irlanda sono certamente di livello superiore a noi”.

Nel 2022 e nel 2024 abbiamo battuto il Galles al Millenium Stadium di Cardiff, ma in casa l’ultima vittoria risale ai tempi del Flaminio e dei fratelli Bergamasco. Va ricordato anche che due anni fa la partita contro il Galles doveva essere quella più aperta sulla carta ed invece la nazionale del Dragone ha vinto nettamente.

“Quest’anno cercheremo di rifare lo stesso percorso, inculcando ai ragazzi la cultura e l’identità di squadra. Cercheremo di essere ambîziosi“.

E sulle previsioni della vittori finale… “Non amo fare previsioni. Inghilterra, Irlanda e Francia si contenderanno la vittoria, le altre tre un gradino sotto”.

Non ci resta che aspettare, mancano solo dieci giorni alò calcio d’inizio.

📣 Seguici anche sul canale Telegram di Sport24h.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui