Arrivano a Ponte a Ema (FI), le storie di grandi imprese del ciclismo che aprono le porte al Museo di Bartali. Una serata speciale al Museo del Ciclismo Gino Bartali per celebrare la grande storia delle due ruote italiane attraverso la voce e l’esperienza di Giuseppe Martinelli, uno dei direttori sportivi più vincenti e iconici della nostra tradizione sportiva.

Con il titolo “Storie di grandi campioni”, l’incontro – a ingresso gratuito – si terrà martedì 22 aprile nella sede del museo in Via Chiantigiana 177, a Ponte a Ema, paese natale di Gino Bartali. Dalle ore 18 sarà possibile visitare il museo, mentre alle 19:30 Martinelli racconterà la sua storia, ripercorrendo oltre quarant’anni di ciclismo vissuti accanto a leggende come Chiappucci, Bontempi, Pantani, Nibali, Simoni, Cunego e molti altri.

Sarà un’occasione per rievocare imprese, tappe memorabili al Giro e al Tour, e per riscoprire la passione autentica che anima questo sport. Alle 21:30, per chi lo desidera, sarà possibile cenare con Martinelli (su prenotazione). La chiusura del museo è prevista per le ore 22:00.

Un evento che non è solo omaggio alla carriera di un grande tecnico, ma anche al valore culturale e umano del ciclismo, incarnato dalla figura di Gino Bartali e custodito in uno dei musei più importanti d’Italia dedicati a questo sport.

Storie di imprese e campioni con Giuseppe Martinelli al Museo Bartali

Info e prenotazioni:
info@ciclomuseo-bartali.it
Tel. +39 392 6277248

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Luciana Rota
Cresciuta alla scuola del giornalismo della gavetta, quella dei Rota nello sport, con papà Franco (firma de La Notte) e con zio Nino (firma de La Gazzetta dello Sport) è contributor di diverse testate e scrive soprattutto di sport di endurance, turismo attivo, vino, salute e anche di benessere. Ha maturato una lunga esperienza nel mondo dello sport olimpico, anche come consulente di alcune Federazioni (Federciclismo, Federazione Italiana Sport Equestri), ma ha seguito anche Pugilato, Sci Nautico, Triathlon e Scherma. Ama tutto il mondo dello sport all’aria aperta e la cultura della fatica, anche quella che ci porta a guardare con rispetto alla montagna. Ha una vera passione per la storia dello sport e del ciclismo in particolare.

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