Dal Team Polti di Gianluigi Stanga alla squadra ciclistica Team Polti Kometa di Ivan Basso, Fran ed Alberto Contador. Metti una serata al Principe di Savoia. Dove le emozioni fermano e rilanciano il tempo del grande ciclismo

Ci sono emozioni che hanno bisogno del giusto tempo per sedimentare. Specie quando si tratta di andare – con il cuore e la passione – indietro nel tempo, quando si deve fare rewind di un tot sul calendario… Ivan Basso ha parlato di tre cicli di ciclismo fa, un tot che permette ai ricordi di sbagliare su date e dati che sono così importanti alla fine da contare meno: se in un botto solo ti trovi in compagnia di due podi di Tour e Giro, di un recordman Moserissimo dell’Ora, di un Miguelon Indurain, di Bugno e Chiappucci, di Gotti e Celestino, di Guidi e Guerra Guerini, di Gianetti, del ricordo che brucia di dolore per Rebellin volato via con la sua bicicletta come ricorda con il giusto senso e affetto Gianluigi Stanga, ex manager, ex ds, colosso anche lui chiamato a battezzare il nuovo Team Polti Kometa in una serata fra passato e futuro che passa via leggera sul filo dei ricordi.

Tutto si sintetizza poi, dopo le parole che non volevi finissero mai, in una sensazione bella: di futuro, di cose fatte bene e destinate ad avere successo. Va così perché non pesano anzi volano leggeri aneddoti dietro a successi stratosferici, perché umanissime e centratissime caricature di un mondo – quello del ciclismo – che non finirà mai di emozionare, proprio perché sa ricordare, senza stuccare, perché sa custodire la memoria con una dolce nostalgia canaglia ma guarda sempre avanti. Per un modo di pensare abituato a fare: alla fatica, all’attesa, al momento giusto per scattare. Che non è il momento giusto non importa perché sognare non costa niente come dice Francesca Polti, Ceo dell’omonima azienda italiana fondata dal padre Franco, che resiliente si rilancia proprio con il ciclismo. Credendoci ancora insieme ad un partner convinto agricoltore di montagna (è una definizione di Ceo Giacomo Pedranzini) come Kometa. Come se il tempo, quel tot, non fosse passato. Con la stessa verve ed emozione.

Team Polti Kometa il grande ciclismo come in un film

Dove siamo coi ricordi? Siamo al Principe di Savoia, il 10 gennaio 2024 a Milano. Dove a contare più di tutto sono proprio loro le stesse emozioni di un tot di tempo fa. Quelle che questa volta hanno avuto bisogno di sedimentare sono del Team Polti e quelle del Team Polti Kometa, di ieri, di oggi e di domani. Frutto della presentazione ufficiale in un luogo non a caso, vero Piero Gaiardelli, che te ne stai lì in fondo alla sala appoggiato allo stipite come sempre e sorridi senza sosta?

Per chi non lo sapesse, Piero Gaiardelli è uomo di sport da sempre, prima a fianco di campioni come Francesco Moser, nel team del mitico record dell’ora di 40 anni fa a Città del Messico), poi con Adidas per tante altri star dello sport e del calcio (ricordiamo un incontro proprio al Principe con Andriy Shevchenko, un signore di un Pianeta che forse non c’è neanche più). E Gaiardelli, a Milano, al Principe è di casa, come molti campioni che troviamo in questa sera, lui, una specie di ambassador del grande hotel milanese, testimone di un mondo sportivo di eccellenze che valgono come e più della moda, dei dané e della comunicazione mordi e fuggi di oggi. Testimone, come noi appassionati del resto, di una storia dello sport che è bellissima e quando torna alla ribalta ha un sapore speciale, anche solo per una giornata e serata insieme alle glorie di ieri e di domani (è l’augurio diretto a Basso e Contador…)  

Si diceva dei dati e delle date. Chi scrive ha viaggiato un po’ su quell’ammiraglia 1999/2000. Ma poco contano in questa presentazione le 110 vittorie (ma quando ne vedi sfrecciare alcune in video apriti cuore) di quel team Polti del passato, raccontato con divertimento da Gianluigi Stanga accanto a Pier Augusto Stagi, giornalista e direttore di Tuttobici. Sono così in confidenza quei due da non aver bisogno di copioni per fare filare liscia una serata indimenticabile. Quando Moser, Indurain, Basso e Contador si siedono uno accanto all’altro Stagi li passa in rassegna camminandogli davanti, uno per uno, come se sfiorasse la tastiera del pianoforte per sentire gli accordi e sognare la composizione del concerto della vita. Si fa scappare, interpretando il pensiero di tutta la sala (tanta gente!), e bene adesso sedetevi comodi che da qui non si va via prima di mezzanotte! con tutte le cose che si possono raccontare con tali stelle del passato, sedute occhi negli occhi, di fronte a quelle del recente passato e quelle – speriamo – del futuro.

Quando anche Richard Virenque entra in sala dalla porta del video, regalando belle parole e non di circostanza dalla sua grandeur francese, amatissimo campione dei pois, è un momento bellissimo ugualmente a quando arriva quell’immagine stupenda, quasi fanciullesca, di Davide Rebellin, salutato con commozione ma senza retorica. E suonano bene in quella sala persino le parole del commissario tecnico italiano Daniele Bennati che socializza con i presenti ricordando come è difficile, oggi, lottare con i giovani per fare capire loro che il successo, la gloria, i soldi, arrivano con la fatica, la passione, il rispetto, la bicicletta e non così facilmente come accade per youtuber e tiktoker ininfluenti nel conteggio dei valori della vita. Bello il suo intervento che colpisce nel centro: non stiamo parlando solo del glorioso passato ma stiamo ipotecando il grande futuro e questa squadra, a cui Basso e Contador con Fran(tello) lavorano da anni è l’esempio del certosino prodigarsi per il vivaio. In un momento del ciclismo che è molto cambiato e forse non è per niente uguale se non nella fatica generale a quello di tre cicli fa.  

Team Polti Kometa il grande ciclismo come in un film

Come spiega capitan Mirco Maestri (capitan Maestri ci sembra perfetto!) che ci dice che dopo il Covid si corre in un  modo diverso, senza raziocinio, alla morte sempre, senza rispetto delle regole non scritte del ciclismo, tattiche comprese, senza risparmiare le giovani gambe che con la maturità e il tempo giusto. Una volta, ci fa capire il capitano del Team Polti Kometa, si aspettava che quelle gambe crescessero e raggiungessero il punto giusto di “cottura” per esprimere i migliori manicaretti della scena internazionale, dove l’Italia era regina, la Francia anche (quando non si incazzava come canta ancora il disco di Paolo Conte-Bartali), il Belgio, si sa, negli inferni del nord e poi, piano piano, ciclo dopo ciclismo, tutto è cambiato. Un mondo internazionale e un pianeta dell’altro mondo comunque bellissimo come ci racconta Mauro Gianetti, Team Principal & CEO presso UAE Team Emirates, entusiasta ciclo-emiro del ciclismo moderno felice di aver portato il ciclismo nel deserto. E comunque sembra un mondo facile da interpretare perché la lingua è una ed è quella della bicicletta, come spiegano le parole emozionate di Fabrizio Guidi che parla sei lingue straniere ma quando si trova a tu per tu con Indurain sembra un bambino alla prima elementare e gli racconta con l’accento toscano che torna – emozionato – di una tappa in cui lui giovanissimo lo seguì a ruota con i brividi finché fu possibile. Miguelon a quel punto cosa fa? Sorride. Come sempre. Come sottolinea una volta di più il Diablo Chiappucci che quella calma serafica lo faceva andare in bestia… e forse proprio così nacque l’emozione indimenticabile e irripetibile dell’attacco solitario vincente di Sestriere. Pagina di storia del ciclismo, comunque la pensiate.

Chissà se per Indurain quello è stato un incubo. Forse no, a giudicare dall’abbraccio fra i due quando si incontrano sulla scena del Team Polti Kometa 2024.   Sono tutti cosi speciali che anche Gianni Bugno, in sintonia con il suo ex direttore sportivo Stanga, sembra più del solito propenso a ricordare quel ciclismo. E Francesco Moser, di certo non uno che si tira indietro nell’affermare carisma e personalità, sembra cedere volentieri il passo o la scena agli altri (cosa mai vista per un ex sceriffo). Cuore grande e testa fina. A pochi giorni dalla sua festa amarcord a Trento.

Team Polti Kometa il grande ciclismo come in un film

Alla fine, quando li vedi scompigliare il podio per una fotografia selfie improvvisata da Alberto Contador davanti al gruppo, che quasi non riesce a contenerli tutti sti campioni, capisci di che pasta sono fatti quegli uomini, fisicamente tutti in forma, per carità, ma anche di cuore: e non ti stupisce che sia così grande. Sono campioni, di razza. Mica facile per i cuccioli di Basso e Contador prolungare questo effetto selfie. Ma sognare non costa nulla e Team Polti Kometa, traccia una scia (nella parola ci sta) che possa essere l’esempio per altri in fin dei conti – ricorda Ivan Gotti, campione di serietà e forza delle valli bergamasche come Falco Savoldellise ci pensate il Team Polti e il ciclismo di Stanga costruì e capì prima di tutti l’importanza del vivaio giovanile professionistico. Una visione prima di tutti i tempi.

Ritorno al futuro, dunque, e se fosse un film vorresti che non finisse mai. Vorresti anche un regalo oltre il sogno: di festeggiare, fra un tempo e l’altro, un podio al Giro e uno al Tour, con i nuovi campioni del Team Polti Kometa 2024. Ci rileggiamo per i titoli di coda. Per le informazioni sulla squadra, intanto, clicca qui.

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Luciana Rota
Cresciuta alla scuola del giornalismo della gavetta, quella dei Rota nello sport, con papà Franco (firma de La Notte) e con zio Nino (firma de La Gazzetta dello Sport) è contributor di diverse testate e scrive soprattutto di sport di endurance, turismo attivo, vino, salute e anche di benessere. Ha maturato una lunga esperienza nel mondo dello sport olimpico, anche come consulente di alcune Federazioni (Federciclismo, Federazione Italiana Sport Equestri), ma ha seguito anche Pugilato, Sci Nautico, Triathlon e Scherma. Ama tutto il mondo dello sport all’aria aperta e la cultura della fatica, anche quella che ci porta a guardare con rispetto alla montagna. Ha una vera passione per la storia dello sport e del ciclismo in particolare.

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