L’Atletica italiana risorge dalla ceneri e in cinque anni sconvolge i valori per tornare sul gradino più alto in due delle discipline regine delle Olimpiadi.
Gimbo Tamberi è oro nel salto in alto; Lamont Marcell Jacobs addirittura erede di Usain Bolt e campione olimpico nei 100 metri! Se ce l’avessero raccontata solo qualche mese fa non ci avremmo creduto. Invece è realtà.
Tamberi dopo una qualificazione che lui stesso ha definito “deludente” nella giornata di oggi mette in mostra un torneo perfetto. Supera tutte le misure, dai 2,19 e fino ai 2,37 al primo tentativo. Si ferma a 2,39, il suo limite personale realizzato ben 5 anni fa. Ma tanto basta per mettere al collo la medaglia d’oro in comproprietà con il qatariota Barshim, anch’egli fermo alla stessa misura dopo un analogo percorso netto.
La gioia di Gimbo è incontenibile, tale da coinvolgere il poco pubblico presente allo stadio olimpico di Tokyo. Gianmarco è caldo, nel cuore e nelle gambe. Durante la gara sollecita il pubblico ad accompagnarlo con il battito di mani, aiuta e consiglia gli avversari, si presenta all’ultimo salto con la gambaletto di gesso, simbolo di quell’infortunio che gli tolse, nel 2016, le Olimpiadi di Rio che apparivano già cosa sua.
Quando i due avversari si accordano per la condivisione del titolo si sciolgono entrambi in un pianto liberatorio. Gimbo salta e abbraccia, tutti e tutte. E’ il suo giorno, il suo trionfo, di soli pochi minuti prima di quelli di Lamont Marcell Jacobs.
La gara dei 100 metri è, come sempre alle Olimpiadi, uno spettacolo nello spettacolo. La presentazione dei concorrenti, le luci che vanno e vengono, lo speaker, i nomi urlati. Jacobs ha già scritto la storia dell’atletica italiana conquistando la finale, unico italiano in 120 anni di Olimpiadi. Ma evidentemente al ragazzo nato in Texas ma italiano in tutto e per tutto questo non basta. Approda alla finale con il terzo tempo e la seconda corsia, come miglior terzo nelle semifinali. Accanto a lui il britannico Hughes anticipa la partena.. è fuori. Marcel parte bene, meglio di come aveva fatto in semifinale. Si mette in scia dell’americano Kerley che supera ai 50 metri. Per lui una progressione inarrestabile. Chiude in 9″80, ancora un record italiano, che è anche record europeo: Usain Bolt è lontano, ma anche vicino: nell’albo d’oro della specialità dopo il giamaicano c’è lui. E pensare che fino a qualche mese fa Marcell non lo conosceva nessuno e tutti puntavano su Tortu.
Marcell e Gimbo hanno una storia in comune: un infortunio che li ha costretti ad arrivare al successo un po’ dopo rispetto alle attese. Gimbo ha atteso 5 anni; Marcell ha cambiato specialità, dal salto in lungo ai 100 metri. Hanno sofferto e superato difficoltà. Una bella lezione per lo sport italiano e due campioni nell’atletica che fanno finalmente sorridere lo sport italiano a queste Olimpiadi fino ad oggi avare di soddisfazioni.