La vera sfida, per chi pedala, è la salita, sinonimo di fatica e gioia di avercela fatta. Ma chi ha detto che per trovare le salite più difficili, gli itinerari più performanti, bisogna per forza andare sulle Alpi? Si certo, i passi mitici del Mortirolo o Pordoi, lo Zoncolan e il Colle dell’Agnello hanno l’alone della leggenda, delle grandi imprese dei campioni che furono (e di quelli attuali), ma siamo sicuri che non vi sono salite più ardite, single track più estremi, anche nel centro Italia?

Nella nostra terza puntata di Toscana+ abbiamo deciso di presentare una classifica dei cinque itinerari per bici più hard che possiamo trovare in Toscana e scoprire, per esempio, che la salita più dura d’Italia si trova proprio qui, nascosta nell’Appenino Tosco Emliano, tratto dell’Appennino che è una vera a propria miniera di percorsi, suggestioni e fatica.

Esclusi i percorsi più lunghi che, per la loro stessa essenza, sono anche abbastanza duri se vogliamo farli in una sola giornata, ancora una volta grazie al portale https://www.visittuscany.com/it/interessi/in-bicicletta/ abbiamo scelto i cinque itinerari più difficili da realizzare in una sola giornata: chilometraggi ridotti ma con dislivelli importanti.. spaccagambe.

Eccoli in ordine di difficoltà:

  1. – La scalata di San Pellegrino in Alpe – km 52
  2. – Dagli alberi monumentali alla via dei pellegrini – km 27 MTB
  3. – Il sentiero del fungo in bicicletta – km 52
  4. – Brevetto permanente Granfondo del Mugello – km 120
  5. – Grande anello della Valdinievole – km 42,5 per MTB

La scalata di San Pellegrino in Alpe – km 52

C’è un po’ della Britannia di Re Artù anche in una delle zone più selvagge dell’Appennino Tosco Emiliano. Si narra, infatti, che un tal Pellegrino, figlio del re di Scozia (ma non vi è certezza al riguardo, probabile solo di nobili origini o scozzesi o irlandesi), nato attorno al 500 in Britannia, dopo aver rifiutato gli agi derivanti dalle sue origini, abbia intrapreso un lungo viaggio in Terra Santa. La Britannia di allora era proprio quella di Re Artù, ancora in sospeso tra un passato di ordine e pace portati dai Romani, e l’incertezza delle invasioni barbare (anglosassoni). Dopo 30 anni nel deserto della Giudea e, pare, di lotta con le tentazioni del diavolo, Pellegrino si trasferisce in Italia, che risale da Brindisi fino a Frassinoro, dove muore, nel 643, come eremita quasi centenario in un piccolo ospizio in prossimo al valico del Pradaccio. Questa è la leggenda che circonda San Pellegrino in Alpe, il centro abitato più alto degli Appennini senza essere comune.

Il borgo è anche il protagonista di questo itinerario, per bici da strada. Poco più di 52 chilometri, con un dislivello di 1500 metri, si parte da Castelnuovo di Garfagnana per arrivare ai 1629 metri del valico del Pradaccio, attraversando il borgo di San Pellegrino in Alpe.

Siamo ancora al confine tra Toscana ed Emilia, lungo una dorsale appenninica che in questo punto si congiunge con le Alpi Apuane. L’ascesa è sicuramente la più dura di tutto il centro Italia e una delle più ostiche che si possono trovare nel nostro paese. Se cercate sul web troverete chi è pronto a giurare che sia in assoluto la più difficile in Italia.

I dati sono da brividi: poco più lunga di 18 chilometri, dal decimo chilometro in poi la salita si impenna, con punte al 18% e il tratto finale al 20%. Chi l’ha fatta giura che in alcuni casi è addirittura difficile riuscire a tenere la ruota anteriore attaccata all’asfalto, con il rischio di ribaltamento all’indietro se non si spinge con la dovuta attenzione il mezzo, spostando il peso in avanti. Un supplizio che permette di scoprire questo angolo di Italia tanto misterioso quanto affascinante, per lo splendido paesaggio che si apre sulle Alpi Apuane: un piccolo spaccato delle highlands scozzesi.

La scalata di San Pellegrino in Alpe

Dagli alberi monumentali alla via dei pellegrini – km 27 MTB

Breve ma di una difficoltà tale da sconsigliare neofiti e soprattutto e-biker. Si tratta di un circuito attraverso il Parco Naturale delle Foreste Casentinesi con partenza ed arrivo a Badia Prataglia. Siamo sempre nell’Appennino tosco emiliano, nella provincia di Arezzo. L’itinerario è di soli 27 km, ma propone un dislivello di oltre 1000 metri. Da Nord a Sud, almeno nella prima parte, ricalca la via percorsa un tempo dai pellegrini diretti al Santuario di La Verna e poi a Roma. Vale senz’altro lo sforzo per via della bellezza dell’ambiente: alberi monumentali (gli ippocastani di Frassineta, sorbo, il cerro di Podere Fatucchio) costellano l’intero percorso. Dal punto di vista tecnico la parte più difficile è quella che dalla località Serra porta al passo lungo un’antica mulattiera di circa 3 km, sconnessa e non ciclabile, con lunghi tratti da farsi con la bici a mano. Sconsigliata quindi l’e-bike.

Tutta la zona è ricca di pievi e monasteri a testimonianza del passaggio di San Francesco nel suo viaggio verso Roma. Anche se non è proprio di strada, poco più a sud di Serra troneggia, nella sua splendida bellezza, la rocca sulla quale è posto il santuario della Verna, dove San Francesco ricevette le stimmate.

Abbiamo avuto la fortuna di dormire all’aperto, all’ombra (si fa per dire) della monumentale parete che sostiene il Santuario e possiamo garantire che si tratta di uno dei ricordi più belli che conserviamo, per l’imponente natura, ancora rigogliosa e selvaggia, nonostante il progredire della civiltà, e la contemporanea quiete. Il cielo stellato, nelle notti senza luna, regala una volta celeste degna del miglior Giotto. Il mondo, in questi posti, appare ancora bello e in pace con sé stesso. Se non è così, qui, almeno per una breve giornata, ci si può illudere che sia. Da provare!

Dagli alberi monumentali alla via dei pellegrini

Il sentiero del fungo in bicicletta – km 52

Toscana+: i cinque itinerari in bicicletta più duri da fare in un giorno
Castiglione Garfagnana (foto Martina Mariotti)

Se ci troviamo a Castelnuovo di Garfagnana è abbiamo le gambe per fare l’itinerario che porta a San Pellegrino delle Alpi, allora, il giorno successivo, possiamo provare a misurarci con questo percorso altrettanto hard. Dobbiamo però lasciare la bici da strada e inforcare una mtb, visto che l’itinerario che abbiamo scelto è per il 25% su sterrato. Il dislivello complessivo supera è di 2100 metri, lungo un itinerario di 52 km. L’altezza massima che si raggiunge sono i 1000 metri di Campocatino. Il fungo in questione è, neanche a dirlo, il porcino, che pare cresca in abbondanza, soprattutto nelle stagioni contrassegnate da pioggia e caldo.

Si parte da Castelnuovo di Garfagnana. Al lago di Pontecosi vi è il caratteristico passaggio sul piccolo ponte medievale a sella d’asino della Madonna del Ponte. Costeggiando il fiume Serchio fino alla Villetta si trova il ponte ferroviario, alto ben 54 metri sul letto del fiume; il passaggio regala una piccola scarica di adrenalina. In località “ferriera” inizia la salita per Roccalberti. Segue il piccolo borgo di Vitoio (la chiesa di Santa Maria Assunta merita sicuramente una visita), Casatico, da dove inizia la strada sterrata che conduce a Roggio, conosciuta come il “sentiero del fungo”.

Il paese di Roggio, a 800 m di quota, è dominato dalla torre campanaria e dalla chiesa di San Bartolomeo, sorta sui resti di una antica fortezza. L’ultimo sterrato della giornata si trova lungo la salita a Casa Tontorone, eccezionale punto panoramico sul monte Pisanino, la vetta più alta della catena apuana. Da qui si raggiunge Campocatino, l’antico alpeggio di pastori.

Il sentiero del fungo in bicicletta

Brevetto permanente Granfondo del Mugello – km 120

Se volete qualcosa di veramente hard, allora programmate prima o poi di realizzare questo itinerario, che non mancherà di soddisfare i palati più esigenti. E’ il percorso che ricalca esattamente la granfondo omonima e che è reso permanente, con il rilascio del relativo brevetto, per tutto l’anno. Da fare rigorosamente con bici da corsa, è un circuito di 120 chilometri con 2300 metri di dislivello complessivo. Il cuore di questo itinerario è senza dubbio l’ascesa al Passo della Futa, salita iconica del centro Italia per tutti i ciclisti di una certa età che ancora ricordano le cronoscalate per professionisti e dilettanti. Ancora oggi il passo è meta di numerosi appassionati che sfidano i circa 700 metri di dislivello e gli oltre 14 chilometri per mettersi alla prova e misurare le proprie capacità.

Dal punto di vista tecnico la salita presenta una pendenza media modesta (4,4%) ma in realtà è molto impegnativa sia per la lunghezza (14,5 chilometri) sia perché nella seconda parte procede “a gradoni” con pendenze anche superiori al 10%. Le tappe per il timbro sono previste alla partenza e arrivo a Scarperia (proloco), a Monte di Fò (camping Il Sergente), Fiorenzuola (Bar dei Bianchi e Sala La Fonte), Palazzolo sul Senio (Bar Gentilini e Bar Quadalto) e Borgo San Lorenzo (Caffè Mediceo e Mugello Bike Store).

Brevetto permanente Granfondo del Mugello

Grande anello della Valdinievole – km 42,5 per MTB

Forse non tutti lo sanno, ma una piccola parte del Cammino di Santiago si snoda anche in Italia, precisamente in Toscana. E’ il tratto che parte da Firenze e arriva a Livorno e ricalca le orme dei pellegrini che si recavano al porto labronico per raggiungere Barcellona e da lì Santiago di Compostela.

Tratto della rete viaria che si raccorda al Cammino di Santiago, ieri come oggi, il Cammino di San Jacopo trova la sua sublimazione a Pistoia, denominata la “Santiago minor” o “Compostela italiana”, perché dal 1145 d.C. custodisce, nella cattedrale di San Zeno, la famosa reliquia dell’Apostolo Giacomo (Jacopo).

Cosa c’entra tutto questo con l’ultimo percorso proposto e che prevede un grande anello della Valdinievole in mtb, con un dislivello importante (2300 metri) da fare solo con le gambe ben allenate? E’ presto detto: il percorso, che parte dalla piazza centrale di Monsummano Terme, prosegue lungo gli argini del fiume Nievole, ricalca proprio del Cammino di San Jacopo fino a Pescia.

Qui si abbandona il cammino di San Jacopo per proseguire sull’Alta Via della Valdinievole, che si snoda tra boschi e punti panoramici. La parte hard riguarda il sentiero CAI (il 240, da affrontare con attenzione per i passaggi complicati) che in 4 chilometri raggiunge Montecatini Alto, borgo raggiungibile anche con una funicolare.

Grande anello della Valdinievole

Redazione
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