La quarta puntata di Toscana+: i percorsi enogastronomici da fare in bicicletta, è un omaggio all’autunno, quando è tempo di tornare a ritmi più lenti e compassati. Le giornate si accorciano, le sere son fredde, le foglie assumono colori diversi, l’uva è matura ed il momento della vendemmia. L’autunno regala quel senso tranquillo del tempo che scorre; ci si ferma ad annusare la vita nelle sue sfumature più intense.

I percorsi che abbiamo selezionato tra i tanti offerti dal portale https://www.visittuscany.com/it/interessi/in-bicicletta/ hanno la particolarità che si possono realizzare in una giornata. Oltre, logicamente, ad attraversare luoghi ricchi di fattorie e aziende che propongono i loro prodotti. Pedalare in terre di vino, tra filari maturi che emanano odori e regalano colori unici, tra ulivi pronti alla raccolta, su terreni umidi da cui sale il penetrante odore del tartufo, rappresenta il miglior modo per coccolarsi e affrontare, con il cuore gentile, l’inverno che arriva.

Buona pedalata!

Pedalare nel cuore del Chianti

Si racconta che Firenze e Siena per decidere i confini delle due città si affidarono ad un tenzone in cui due cavalieri avrebbero percorso la strada tra Firenze e Siena partendo in contemporanea al cantar del gallo. Dove si fossero incontrati avrebbero posto i confini. Pare che i senesi si dotarono, per la sveglia del loro campione, ad un gallo bianco, bello, grasso e anche abbastanza nutrito. Il quale cantò con comodo. I fiorentini, forse per risparmiare o solo per astuzia, invece si munirono di un gallo nero, piccolo e anche molto affamato. Il quale, preso dai morsi della fame, si svegliò presto. Fu così che i confini di Firenze furono più prossimi a Siena. Il cavaliere fiorentino, infatti, svegliato presto, cavalcò prima e più a lungo. Quando si dovette scegliere il simbolo del vino Chianti, si decise quindi di utilizzare il Gallo nero, in omaggio al povero pennuto affamato e canterino. Un simbolo, però, che ha anche un valore, in quanto il Chianti è un territorio vasto, che non si può identificare con la provincia di Firenze, ma sconfina anche nel senese e un po di casentino.

Il primo itinerario proposto si snoda per 33,3 chilometri nel Chianti senese; da Siena verso nord. Siamo nella terra dell’Eroica, la ciclostorica più famosa al mondo, che ha avuto il pregio di elevare a rango di patrimonio culturale le strade bianche, ormai conservate in queste zone come parte preziosa del territorio. Per questo consigliamo bici gravel. Il dislivello è di circa 600 metri.

Partenza da Siena, Porta Ovile. Si pedala in discesa, lungo via Aretina fino al fondovalle, in località Due Ponti. Qui, prendendo la Strada di Pieve al Bozzone, si affrontano i primi strappi in salita; qualche discesa e si arriva al tratto sterrato. A questo punto, la strada inizia a salire gradualmente. Pedalando verso Pievasciata ci troviamo lungo una strada che si mantiene in quota e permette di avere viste panoramiche su Siena e sulle prime colline del Chianti. Qui le coltivazioni si alternano alle aree boschive, donando al paesaggio circostante le peculiarità tipiche di questa patria del vino e dell’olio.

Pievasciata meritata pausa se non altro perché il borgo rientra nel progetto Borgo d’Arte Contemporanea con l’installazione di diverse opere d’arte. Si continua fino a raggiungere il castello di Borgo Scopeto, come indica un cartello stradale, per poi continuare in discesa marcata verso la frazione di Santa Margherita-La Suvera e si raggiunge Pieve al Bozzone. Ancora pochi chilometri e il circuito termina con il ritorno a Siena.

Maggiori info e cartine: Pedalare nel cuore del Chianti

Via dell’olio

La Via dell’olio toscano si snoda sempre nel Valdarno. Anche questo itinerario di 42 chilometri, con un dislivello di 700 metri, alterna strade asfaltate e sterrato. Consigliata quindi la bicicletta gravel. E’ un anello circolare che comprende i comuni di Bucine e Laterina Pergine Valdarno. Anche in questo caso il fascino del paesaggio è reso ancora più suggestivo dalle strade bianche che si attraversano, circondate da innumerevoli oliveti.

La raccolta delle olive, da fine ottobre fino a tutto novembre, rappresenta per tutto il Valdarno un momento sociale: uomini e donne, alle prese con reti, scale e rastrelli, sono impegnati in un rituale legato alla più sincera tradizione contadina. Oltre alle numerose aziende olivicole, moltissimi coltivano il proprio oliveto per fare, come spesso si sente dire l’olio per casa, preservando al contempo un paesaggio unico.

Bucine è considerato una delle porte del Chianti: un punto di partenza ideale per esplorare i diversi borghi e le vicine città d’arte. L’itinerario tocca anche la famosa Torre di Galatrona (conosciuto come il “Torrione”), alta 27 metri, e il castello di Cennina, una rocca eretta nel 1167 dal conte ghibellino Brandaglia Alberico d’Uguccione. L’attuale borgo medievale è ancora racchiuso dai resti di un’imponente cinta muraria, lungo la quale si apre una porta d’accesso alla fortificazione. L’itinerario si conclude toccando Pergine Valdarno, posto quasi al centro del triangolo geografico delle province di Arezzo, Siena e Firenze. La vocazione rurale di questa terra la si percepisce con un semplice colpo d’occhio sulla campagna, punteggiata di casolari, con le caratteristiche colombaie, strutture che erano deputate a ospitare allevamenti di uccelli. 

Maggiori info e cartine: La via dell’olio nel Valdarno

Nelle terre del tartufo bianco di San Miniato

Strada asfaltata, km. 100, impegnativo per il dislivello, circa 1400 metri.

Forse non molti lo sanno, ma San Miniato rivaleggia con Alba e Acqualagna per il titolo di ‘capitale’ del tartufo, fornendo circa il 25% della produzione nazionale di tartufo bianco pregiato. Vi è anche un disciplinare rigido che definisce il prodotto: la raccolta deve essere effettuata per legge entro certi limiti denominate “Colline San Miniatesi”. Il periodo di raccolta va dal 10 settembre al 31 dicembre. Il Tartufo di San Miniato è un prodotto unico. Il profumo è ineguagliabile, intenso, delicato, non stucchevole, penetrante e inconfondibile. Un’essenza che si può percepire anche nella campagna circostante, pedalando magari dopo una giornata particolarmente umida, che esalta gli odori del bosco e della terra.

Si parte da Casciana Terme in direzione Ponsacco. Dopo aver raggiunto i borghi di Montefoscoli e Palaia inizia la discesa verso il Valdarno dove, dopo più di 10 km di pianura, comincia la breve ascesa che conduce a San Miniato. Superato il centro (a proposito da ottobre a novembre in tutta la zona si celebrano diverse feste dedicate al prezioso tubero) si procede in direzione Calenzano lungo il crinale che fiancheggia la Via Francigena fino a raggiungere Collebrunacchi, per poi ridiscendere in pianura. Dopo aver nuovamente toccato località La Serra, una stretta salita fà salire nuovamente di quota e dopo 4 km di saliscendi si raggiunge il centro storico di Montopoli in Val d’Arno. Dopo la discesa verso Forcoli si incontra l’ultima vera “asperità” della giornata che ci condurrà a Santo Pietro Belvedere. Da qui ancora 10 km e un’ultima lieve salita e per tornare a Casciana Terme.

Maggiori info e cartine: Nelle terre del Tartufo Bianco di San Miniato

Tra Castagneto Carducci e Bolgheri

Bici gravel o mtb, sterrato, km. 44, difficoltà media, 400 metri di dislivello

Bolgheri, frazione di Castagneto Carducci è meglio conosciuta come la terra dei supertuscan, i vini rossi eretici (poco sangiovese e spazio a Cabernet, Merlot, Syrah) che solo dal 1994 sono stati incorporati della DOC Bolgheri. Terra del Sassicaia (l’unico DOCG della zona), del Tignanello e del Solaia, immersa nella Maremma livornese, la cui vicinanza al mare restituisce ai suoi vitigni internazionali un pregio fuori dal comune. Sono circa 50 le cantine della zona di Bolgheri, tra cui le più famose la Tenuta San Guido (quella del Sassicaia), la Tenuta Guado al Tasso (Antinori), Le Macchiole, Grattamacco e Ornellaia. Ma le altre sono sicuramente degne di un pregiato wine tour, soprattutto per chi come noi predilige le cantine di nicchia, con produzioni eccellenti a costi affrontabili. Tutte le cantine sono a distanza di poche centinaia di metri l’una dall’altra sulla Bolgherese e sulla vecchia Aurelia.

La partenza dell’itinerario è da Donoratico, per salire subito verso il centro storico di Castagneto Carducci. Percorso ‘eno’ questo, ma anche ricco di poesia e cultura. Tutto è intriso della poetica e della vita del poeta. Come non far visita al Museo Archivio e Casa Carducci. Per i pedalatori curiosi e amanti della buona cucina, ricordiamo che il piatto tipico di Castagneto Carducci e la testa di cinghiale che dopo essere stata sbollentata, pelata, e disossata, viene messa a marinare in acqua, aceto ed erbe. Una volta tagliata a pezzi simmetrici, viene riempita con aromi, e spezie, e legata con il filo di spago. Infine, il piatto viene cotto per molto tempo in forno.

Proseguendo per circa 1 km della SP 329 Bocca di Valle fino alla deviazione per la via di Segalari, ci immettiamo nella strada bianca di cresta collinare, tra filari di vigneti: questo tratto offre spettacolari vedute sia dell’entroterra Toscana che della costa Tirrenica. Arriviamo sulla via Bolgherese (La Strada del Vino), e in seguito al Monumentale Viale dei Cipressi e il centro storico Bolgheri, luoghi che hanno ispirato il nobel Giosuè Carducci. Percorrendo i circa 5 km del Viale dei Cipressi arriviamo in località San Guido dove gli amanti della natura possono fare visita all’Oasi WWF, paradiso per gli amanti di birdwatching. Da qui ripercorrendo la via Bolgherese si rientra a Donoratico.

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Scansano e Magliano in Toscana, le terre del Morellino

Bici strada, 40 km. impegnativo con dislivello di circa 650 metri. Partenza da Scansano, in provincia di Grosseto.

La Maremma è il territorio del Morellino di Scansano, il vino che nasce in una delle aree più inviolate e incontaminate dell’intera Toscana: la zona racchiusa tra le valli del fiume Ombrone e del fiume Albegna. I vigneti sono ben esposti, luminosi e ventilati, subiscono il benefico influsso delle brezze marine, che mitigano, in estate, le alte temperature diurne. Le piogge cadono costanti tutto l’anno, soprattutto nel periodo autunnale.

Qui matura, in autunno, un sangiovese particolare, che costituisce nella quasi totalità il Morellino. Secondo la tradizione, prende il nome dai cavalli “morelli”, cioè dal mantello scuro, solitamente nero ma che può presentare sfumature rossastre. E a proposito di cavalli e Maremma non possiamo fare a meno di ricordare i butteri e la nota sfida con Buffalo Bill. Il famoso showman americano offrì l’equivalente di un anno di paga di un buttero se fossero riusciti a domare e cavalcare uno dei suoi famosi mustangs per cinque minuti. I butteri ci riuscirono e il cowboys americano torno negli USA con la coda tra le gambe.

In queste terre ricche di storie e odori pedaliamo per l’ultimo itinerario ‘eno’ proposto. Partenza da piazza Garibaldi a Scansano; una volta superato il breve tratto in salita – che scollina nei pressi della Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano – si percorre la lunga discesa che attraversa la SP 159 e continua sulla SP 9 Aione. Tra distese di vigne, si scende di quota oltrepassando loc. Mandorlaie per poi puntare su Magliano. Tra Magliano in Toscana e Scansano, le ruote delle biciclette avanzano su una lunga salita pedalabile, assorbite in un paesaggio dominato da olivi e vigneti.

Le direttrici principali che si incontrano a Scansano sono due: la SP 159 “Scansanese”, che da Grosseto congiunge la costa con l’entroterra, e la SP 160 “Amiatina” (ex SS 323) che dalla Costa d’Argento s’inerpica sulle colline per poi proseguire sempre più all’interno fino a raggiungere la Val d’Orcia, congiungendo le antiche consolari Aurelia e Cassia da Orbetello a Castiglione d’Orcia. Strade che affondano le origini nel passato e toponimi evocativi come “Impostino”, “Fontana Lucchese” e financo “Poggio Bestiale”, riportano alla memoria carovane di uomini e donne che giungevano qui ogni autunno dalle più diverse montagne toscane, al seguito di greggi e armenti transumanti.

Terreno affascinante la Maremma del sud, attraversato da strade a ridotto traffico veicolare ideali per il cicloturismo; strade in cui si alternano tratti veloci, dove lasciare correre le ruote, e tratti impegnativi, dove è importante gestire al meglio lo sforzo per non arrivare esausti al successivo scollinamento. Il dislivello complessivo conta 670 m, con il punto più alto che si raggiunge a Scansano ai 557 m slm.

Maggiori info e cartine: Scansano e Magliano in Toscana, le terre del Morellino

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Redazione
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