‘L’unica differenza tra il mondiale del 1994 e quello del 2006 è che Baggio sbagliò il rigore, Grosso no!’ Sacchi dixit ed è polemica.

A me sembra, aldilà delle considerazioni legate ai meriti del divin codino, l’ammissione dei limiti dello stesso Sacchi come tecnico della Nazionale.

Nessuno, tra i tanti commentatori, si è chiesto perché il rigore decisivo Sacchi lo fece tirare a Baggio, indiscutibilmente il nostro giocatore con il tasso tecnico più elevato, mentre Lippi si affidò a Grosso, difensore ruvido che amava più la spada al fioretto.

La risposta, a mio avviso, è semplice e segna la differenza tra chi capisce di calcio e chi invece sa anche di uomini. Il primo sarà anche un buon tecnico ma solo il secondo potrà allenare con successo una nazionale. Bisogna saper gestire le persone prima ancora che conoscere gli schemi.

Quando chiesero a Lippi del perché della scelta di Gross, rispose: ‘Mi sembrava l’uomo del destino…’. Come dire: ‘ho guardato negli occhi i miei ragazzi e ho scelto io’.

Sacchi invece quando scelse Baggio non si affidò all’uomo, ma si nascose dietro la tecnica sublime del giocatore, come a dire: ‘Se sbaglia, a me non si può rimproverare nulla…’.

Invece di appunti, anche di carattere tecnico, se ne possono fare tanti al Ct di allora. Il primo dei quali è legato alla scelta di tenere in campo giocatori non al meglio della condizione, come lo stesso Baggio e Baresi. Guarda caso due dei tre rigoristi che sbagliarono. Il secondo, ancora più grave, è stato quello di far tirare i rigori a giocatori che avevano avuto crampi nella fase finale. Nella maggior parte dei casi sono i meno lucidi e hanno una percentuale di errore maggiore.

Quando non capisci gli uomini, ti affidi alla tecnica: nel calcio e nello sport è l’errore maggiore di un allenatore.

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Antonio Ungaro
Giornalista sportivo e blogger. I primi ricordi sportivi sono le imprese di Gimondi al Giro d'Italia e il 5 Nazioni raccontato da Paolo Rosi. Dietro ad ogni sportivo c'è una storia da raccontare; tutte insieme raccontano un Paese che cambia. Sono convinto, parafrasando Mourinho, che chi sa solo di uno sport non sa nulla di sport.

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