Van der Poel tra Fiandre e Roubaix, con i Belgi fuori di testa

Se Bartali faceva incazzare i Francesi, Mathieu Van der Poel manda fuori di testa i Belgi. E’ notizia di queste ore che gli organizzatori del Giro delle Fiandre sono determinati ad identificare ed eventualmente denunciare gli spettatori che, durante la solitaria cavalcata del figlio e nipote d’arte, gli hanno gettato la birra addosso.

Non è la prima volta che questo accade nei confronti dell’olandese che, evidentemente, ha quel ‘non so che’ che fa imbestialire i cugini. Era accaduto durante una gara di ciclocross, questo inverno, e poi anche nella E3 Saxo Classic. Sicuramente il duello con Van Aert ha contribuito ad alzare l’astio. Duello che, soprattutto negli ultimi anni, sta prendendo una piega decisamente a favore di Van der Poel, sia nel fango invernale che nell’attività estiva.

Un po’ di birra, però, non turba più di tanto il campione del mondo che ha dominato un Giro delle Fiandre particolarmente duro, per la pioggia e il fango. Il fascino della corsa si è dipanato lungo gli oltre 270 chilometri ogni volta che arrivavano i muri o il fondo diventava sconnesso. In piedi, dritti sui pedali, a spingere rapporti infinitesimali per il ciclismo moderno, nella vana speranza di non mettere piede per terra. Lo hanno fatto tutti, tranne lui, Mathieu, il campione del mondo. Sul Paterberg un po’ tutti scendono dalla bici; lui no, memore della sua attività nel ciclocross e vola via. Lo rivedranno tutti all’arrivo.

Porta a casa il terzo Fiandre della sua ancora giovane carriera e c’è da credere che presto batterà il record di successi. Sarebbe per i belgi, che sentono questa corsa come qualcosa di intimamente legato alla loro cultura, lutto nazionale. Lui, olandese, e non Van Aert o Evenepoel, che il Fiandre non hanno mai vinto. Potrebbe, il poker sui muri, cancellare anche eroi nazionali come Museeuw e Boonen.. Insomma una tragedia.

Sarà per questo che Mathieu li fa incazzare, anche più di Pogacar, anche se lo sloveno appare candidato a cancellare addirittura Merckx dal vertice assoluto della storia del ciclismo. Tadej infondo naviga su un terreno lontano, almeno per ora, dagli interessi dei fiamminghi e valloni. Corridore da corse a tappe, che si presta, ogni tanto, a mostrare il suo grande talento nelle prove di un giorno. Ma Van der Poel no, è troppo vicino al confine e troppo pericoloso per Van Aert e compagni: tutti corridori da classiche. Insomma Mathieu come Bartali, anche se non ha il naso triste come una salita ma il volto allegro di fanciullo che gioca con la bicicletta.

I Belgi, infondo, soprattutto nelle Fiandre, sono un po’ come i Francesi. E visto che parliamo di quelle zone, domenica prossima si torna nell’Inferno del Nord, al freddo e al fango, con la corsa più bella e pazza del mondo: la Parigi Roubaix. L’ultima volta che un corridore ha vinto, nello stesso anno, Fiandre e Roubaix è stato Fabian Cancellara, nel 2013. Non è un’accoppiata infrequente (è successo 12 volte da quando si corrono le due classiche), mentre nessuno è mai riuscito a portare a casa le tre monumento del nord nello stesso anno.

Con Pogacar impegnato nella preparazione di Giro e Tour, Van Aert fuori dai giochi per una caduta maledetta, Evenepoel alla ricerca della forma migliore, chi fermerà Van der Poel?

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Antonio Ungaro
Giornalista sportivo e blogger. I primi ricordi sportivi sono le imprese di Gimondi al Giro d'Italia e il 5 Nazioni raccontato da Paolo Rosi. Dietro ad ogni sportivo c'è una storia da raccontare; tutte insieme raccontano un Paese che cambia. Sono convinto, parafrasando Mourinho, che chi sa solo di uno sport non sa nulla di sport.

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